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Credito, Nuova Sabatini estesa agli aumenti di capitale delle Pmi

Firmato da Urso e Giorgetti il provvedimento attuativo atteso dal 2019. Incentivate con 80 milioni le capitalizzazioni pari almeno al 30% dei finanziamenti. Entro luglio le modalità per presentare domanda

Il decreto crescita, ormai nel lontano 2019, prometteva alle Pmi che effettuano aumenti di capitale l’accesso alle agevolazioni della “Nuova Sabatini” in forma potenziata. Dopo un lungo stallo, è stato firmato il decreto attuativo dal ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. La misura, per la quale è disponibile una dote di 80 milioni, incentiva i processi di capitalizzazione delle Pmi tramite l’incremento dell’ammontare del contributo Nuova Sabatini a fronte di investimenti effettuati in beni strumentali 4.0, “green” o localizzati al Sud (come previsti dal decreto Mise del 22 aprile 2022).

I contributi

Le Pmi potranno accedere ai contributi statali in conto impianti della Nuova Sabatini per abbattere i tassi di un finanziamento bancario o in leasing, nella misura del 3,575% per le medie imprese e maggiorati al 5% per le micro e piccole imprese. Una condizione imprescindibile è che, entro la data di presentazione della domanda di contributo, la Pmi abbia deliberato un aumento del capitale sociale in misura non inferiore al 30% dell’importo del finanziamento. In caso di riduzione dell’importo del finanziamento, l’importo dell’aumento di capitale può essere ridotto purché sia rispettato il limite del 30%.

Il prossimo provvedimento

Non tutto il lavoro burocratico, comunque, è compiuto. Il decreto stesso infatti rinvia a un successivo provvedimento della direzione generale del ministero per gli incentivi alle imprese, da emanare entro il 1° luglio 2024, che dovrà fornire le istruzioni necessarie per la fruizione delle agevolazioni e definire gli schemi di domanda.

Il decreto firmato da Urso e Giorgetti definisce intanto il perimetro dell’aumento di capitale incentivabile: le Pmi, che devono essere costituite in forma di società di capitali, sono tenute a effettuare l’operazione esclusivamente nella forma di conferimento in denaro. Inoltre, entro i trenta giorni successivi alla concessione del contributo, non solo deve essere stato sottoscritto l’aumento di capitale ma deve anche essere stato versato almeno il 25%, oltre l’intero valore del sovrapprezzo delle azioni, se previsto. La restante quota va invece versata entro la data di presentazione delle singole richieste di erogazione del contributo, in misura almeno proporzionale.

Tuttavia, se l’aumento di capitale è effettuato dall’unico socio o da una Srl semplificata, deve risultare interamente versato entro i 30 giorni.

I paletti

C’è una clausola che neutralizza gli abusi. L’articolo 7 del decreto interministeriale, infatti, stabilisce che, nel caso in cui non adempia al versamento dell’aumento di capitale, la Pmi non può chiedere che la sua domanda venga tenuta in considerazione per la versione standard della Nuova Sabatini, quella che cioè concede contributi agli acquisti o al leasing di beni strumentali 4.0, green o effettuati al Sud a prescindere da operazioni di capitalizzazione. In questi casi occorrerà presentare un’istanza specifica.

Un ulteriore articolo regola il riconoscimento dei contributi. Nei casi in cui – sulla base del decreto Mise del 22 aprile 2022 – l’erogazione può avvenire in una sola soluzione, l’aumento di capitale deve risultare interamente sottoscritto e versato prima di aver trasmesso la richiesta di erogazione in unica tranche.

Fonte: Il Sole 24ORE

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