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Attenzione ai tre limiti di ricavi e compensi

Uscire dalla flat tax non significa sempre dover dire addio al patto fiscale

Il contribuente forfettario che nel 2023 ha superato la soglia dei 100mila euro di ricavi/proventi può accedere al concordato dei soggetti Isa per il biennio 2024-2025. Le Faq diffuse dall’Agenzia l’8 ottobre scorso (“scavalcando”, a dire il vero, sia il dato normativo dell’articolo 2 del Dm 15 luglio 2024, sia la risposta 6.8 della circolare 18/E/2024) prendono atto che in questa ipotesi non vi è un motivo logico per escludere l’adesione. Va rimarcato, invece, che chi è finito nella “terra di mezzo” (ad esempio, con ricavi/compensi 2023 pari a 98mila euro) non può accedere, incorrendo nel “blocco” disciplinato dall’articolo 11, comma 1, lettera b-ter del Dlgs 13/24.

L’uscita per opzione

Non era comunque chiaro se lo stesso blocco scattasse anche in un’altra fattispecie non rara: quella del forfettario 2023 che è uscito dal 2024 dal regime per opzione o per cause vincolanti diverse dal superamento del limite dei ricavi (caso tipico, quello del soggetto che ha dovuto rinunciare al forfait perché nel 2023 ha avuto redditi di lavoro dipendente o assimilati superiori a 30mila euro o ha acquisito una partecipazione in società di persone). La situazione è sicuramente anomala, poiché una proposta “formato forfettario” verrebbe accettata da un soggetto che, oramai, è un soggetto Isa. Con le Faq del 15 ottobre scorso, l’amministrazione finanziaria ha risolto il dubbio, prendendo atto che non esiste alcuna disposizione che, in questa specifica situazione, impedisca l’accesso al concordato preventivo. Via libera al patto fiscale, quindi, che per i forfettari (in questo caso ex forfettari) si presenta più “sperimentale” che mai.

Limiti e sforamenti

Per i forfettari 2024, a seguito del decreto Correttivo 108/2024, sono tre i limiti di ricavi/proventi incassati a cui fare attenzione: quello degli 85mila euro (che definisce l’uscita dal regime dall’anno successivo); quello dei 100mila euro (che comporta l’uscita dal regime in corso d’anno ma non determina, di per sé, il venir meno dell’efficacia del concordato); e quello dei 150mila euro che, invece, costituisce una causa di cessazione e rende quindi inefficace il concordato.

Il contribuente forfettario che nel 2024 supera i 100mila euro di ricavi e compensi, ma non i 150mila, uscirà dal forfait in corso d’anno, ma potrà applicare il concordato, per il solo 2024, versando l’imposta ordinaria sul reddito d’impresa o di lavoro autonomo corrispondente a quello 2023 e, sull’eccedenza, l’imposta sostitutiva del 10% o del 3% propria dei forfettari (risposta 6.10 della circolare 18/E/24). Si ritiene, in questo caso, che i contributi versati vadano a nettizzare la quota di reddito soggetta a imposta ordinaria.

I forfettari 2024, aderenti o meno al concordato, dovrebbero poter avere una nuova chance di adesione a un concordato biennale 2025-2026, tranne (se verrà confermata la regola prevista all’articolo 2 del Dm 15 luglio 2024) coloro che nel 2024 superano il livello di ricavi/compensi di 85mila euro.

Fonte: Il Sole 24ORE

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