Cerca
Close this search box.

Nel Codice della crisi delimitata la responsabilità

La transazione fiscale è uno strumento necessario per garantire la continuità. Estesa anche la transazione fiscale per garantire la continuità d’impresa

Le correzioni al Codice della crisi d’impresa e la perimetrazione della responsabilità dei componenti del collegio sindacale sono due traguardi importanti per i commercialisti. Risultati che – sottolinea il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili Elbano de Nuccio dal palco degli Stati generali della categoria che si è svolto ieri a Roma – sono il frutto di una costante interlocuzione della categoria con il mondo politico.

Nel decreto correttivo del Codice della crisi d’impresa due passaggi fondamentale che sono matrice delle proposte avanzate dal Consiglio nazionale dei commercialisti: la transazione fiscale, e cioè l’accordo con i creditori qualificati, e quindi l’erario e gli enti previdenziali, uno strumento che consente di garantire la continuità del soggetto economico all’interno del mercato e la perimetrazione della responsabilità dei componenti degli organi di controllo all’interno delle società di capitali nell’ambito dei sistemi di segnalazione della crisi d’impresa. “Una norma che – spiega de Nuccio – grazie al lavoro della nostra categoria e del Consiglio nazionale forense fa chiarezza sul concetto di tempestività, e supera quel limite sottile tra conoscenza e conoscibilità da cui scaturiva una responsabilità solidale e illimitata di noi professionisti”.

“La presenza dei commercialisti, in tutti i tavoli che incidono su materie e procedimenti che rientrano nelle nostre competenze professionali e che pertanto impattano sull’operatività dei nostri studi, è un fatto oggettivo” dice de Nuccio “Così come incontrovertibile è il fatto che, grazie a una classe politica cui va riconosciuto il merito di essere divenuta finalmente attenta, non è nemmeno più necessario sgomitare per essere presenti, perché si è ormai instaurato un circolo virtuoso che ci consente di essere interpellati”.

I commercialisti negli ultimi mesi sono stati impegnati ai tavoli sulla riforma del sistema fiscale e sulla crisi d’impresa, solo per citare quelli di più stretta attualità, e il loro punto di vista è sempre presente, ascoltato e ponderato anche se non sempre si è tradotto nelle determinazioni finali. Ma a volte sì: “Basti pensare – sottolinea de Nuccio – ai notevoli passi avanti che potrebbero essere compiuti già nei prossimi giorni se il governo, come crediamo, dovesse dare il via libera definitivo alla bozza di schema di decreto correttivo del Codice della crisi d’impresa con l’accoglimento di questioni fondamentali per la positiva riuscita delle procedure».

C’è un altro traguardo “storico” che, si auspica, possa essere raggiunto in tempi brevi: la perimetrazione della responsabilità dei componenti del collegio sindacale. Mettere in discussione il dogma della responsabilità illimitata e solidale dei commercialisti quali componenti degli organi di controllo, è stata una aspirazione ultradecennale di qualsiasi Consiglio nazionale dei dottori Commercialisti e degli esperti contabili. «Adesso ci siamo – chiosa de Nuccio riferendosi alla modifica dell’articolo 2407 del Codice civile contenuta nella proposta di legge ac 1276- e questo risultato è la punta dell’iceberg di un metodo che è stato messo in campo».

Un metodo che il vertice dei commercialisti vorrebbe portare in Europa, un progetto in cui sono coinvolti i professionisti europei. “Dobbiamo renderci interpreti in Italia e all’estero, di un rilancio della logica dei distretti e delle reti d’impresa – sostiene de Nuccio – nel tentativo di fare sintesi tra una flessibilità che non deve essere persa e una centralizzazione di talune funzioni che deve essere trovata. Non serve nemmeno trovare formule particolarmente innovative, perché lo sviluppo condiviso di talune funzioni d’impresa altro non è che la logica propria dei consorzi”. Un appello alla politica che adotti meccanismi per facilitare l’aggregazione delle Pmi per rendere più competitivo il sistema delle imprese e garantirne la continuità.

La chiave volta è l’aver avviato una costante interlocuzione con la politica, le istituzioni tecniche, gli altri corpi professionali e gli altri corpi intermedi; per de Nuccio l’arma vincente dei commercialisti è la capacità di pensare sin da subito le regole in via di concepimento non solo in funzione della loro astratta riconducibilità a dinamiche generali, ma anche e soprattutto in funzione della loro concreta applicazione a fattispecie specifiche. Più semplicemente i commercialisti, proprio per la funzione che ricoprono, hanno la capacità di capire l’impatto di una norma già al momento della sua gestazione, per questo la loro presenza ai tavoli decisionali è strategica.

De Nuccio si rivolge anche ai colleghi in sala, perché anche la riforma della professione è tra gli obiettivi della sua consiliatura “una parte altrettanto fondamentale del nostro impegno, del nostro tempo e della nostra determinazione viene dedicato alla manutenzione straordinaria dell’impalcatura stessa della nostra casa: il 139, la legge ordinamentale del nostro Ordine”. E non si tratta, assicura il presidente dei commercialisti di una aspirazione velleitaria.

Fonte: Il Sole 24ORE

Condividi questo articolo

Notizie correlate

Desideri maggiori informazioni su bandi, finanziamenti e incentivi per la tua attività?

Parla con un esperto LHEVO

business accelerator