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Imprese frenate dal gap sulle competenze digitali

Una ricerca della Fondazione studi dei consulenti fa luce sulle professionalità più richieste. Festival del lavoro 2024 a Firenze dal 16 al 18 maggio

Il tessuto produttivo italiano ha bisogno annualmente di 1 milione e 277mila professionalità innovative, quasi un quarto (23,2%) della domanda di lavoro complessivamente espressa dalle nostre imprese: figure chiave soprattutto sul fronte dell’innovazione, la cui mancanza sta mettendo a dura prove moltissime aziende. Dati che confermano anche quanto debba essere forte l’impegno sul fronte della formazione.

È quanto emerge da una ricerca della Fondazione studi consulenti del lavoro intitolata “Capitale umano e transizione tecnologica. L’innovazione di competenze che serve alle imprese” e basata sulle informazioni contenute nella banca dati Unioncamere Excelsior. L’indagine è stata illustrata ieri all’Università di Firenze durante la conferenza stampa di presentazione del Festival del Lavoro 2024. L’evento, patrocinato dallo stesso ateneo e giunto alla quindicesima edizione, sarà intitolato “Etica e sicurezza sul lavoro nell’era dell’Ai” e si terrà nel capoluogo toscano dal 16 al 18 maggio. «Parleremo ovviamente di intelligenza artificiale – ha sottolineato il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, Rosario De Luca – e avremo 250 relatori impegnati in 10 aule contemporanee».

Tornando alla ricerca, il suo punto di partenza è poco incoraggiante: solo il 45,6% della popolazione in età lavorativa possiede, infatti, competenze digitali basilari, contro il 53,9% della media europea. Le professionalità più richieste dal mercato evidenziano l’impatto che l’innovazione sta avendo sui profili ricercati dalle aziende: tra quelli più difficili da reperire spiccano in particolare gli ingegneri elettrotecnici (90,4%), gli ingegneri dell’informazione (80,7%), i tecnici gestori di reti e sistemi telematici (74,6%), i dirigenti generali dell’industria manifatturiera (73,8%), i tecnici del risparmio energetico e energie rinnovabili (71,7%), matematici, statistici e analisti dati.

Più in generale, particolarmente significativa è la mancanza di laureati nelle materie stem, con una media di soli 18,3 laureati ogni 1.000 ragazzi di età compresa tra 20 e 29 anni, molto al di sotto della media europea. Per compensare la mancanza di competenze interne specializzate nelle funzioni Ict, il 56,4% delle aziende è così costretto ad affidarsi a figure esterne, generando un corto circuito che rischia di indebolire ulteriormente la cultura dell’innovazione nel Paese.

Secondo l’indagine, a trainare la domanda sono soprattutto il settore del credito-assicurazioni e quello della comunicazione-informazione dove l’incidenza di profili altamente specializzati in ambito digitale, tecnologico e informatico riguarda rispettivamente il 94,5% e il 91,7% delle assunzioni previste. Si conferma regione leader la Lombardia con oltre 30 assunzioni riguardanti profili altamente specialistici su 100 previste dalle aziende. Anche nel Lazio la domanda è molto alta (29,3%), mentre tra le regioni del Sud spicca la Campania, con il 22,4% di assunzioni che riguardano profili innovativi.

Nell’ambito della ricerca un focus specifico è stato realizzato sul tessuto produttivo toscano che si colloca leggermente al di sotto della media nazionale con riferimento a tutte le tipologie di competenze richieste. Per Rosario De Luca, «l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale stanno ridisegnando i contorni del sistema lavoristico, imponendo una rapida trasformazione delle competenze richieste dal mercato. In questo contesto la formazione continua è la carta vincente per risolvere il disallineamento tra domanda e offerta e cogliere le opportunità che l’evoluzione tecnologica impone». Maria Paola Monaco, docente di Diritto del lavoro e delegata all’inclusione e alle diversità dell’Università di Firenze, ha sottolineato a sua volta come «fornire ai nostri studenti gli strumenti con cui costruire un avvenire coerente con le loro aspettative, perché possano realizzare se stessi e costruire una società migliore è una priorità delle politiche del nostro Ateneo».

Fonte: Il Sole 24ORE

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