Cerca
Close this search box.

Ravvedimento speciale, i commercialisti: bene l’estensione anche agli anni pre 2022

La bozza di decreto approvata dal Cdm il 26 marzo concede due mesi in più per il ravvedimento operoso speciale che potrà riguardare anche l’annualità 2021 e quelle precedenti

Riapertura dei termini per il ravvedimento speciale esteso anche alle annualità precedenti al 2022. È quanto prevede la bozza di decreto approvata il 26 marzo da Consiglio dei ministri all’articolo 7, commi 6 e 7. Si allungano, quindi, i tempi per le autocorrezioni con lo sconto delle sanzioni a 1/18 previsto dalla legge di Bilancio 2023 la cui scadenza era prevista per il 31 marzo (slittata al 2 aprile) e viene ora prorogata al 31 maggio.

La reazione dei commercialisti

«La conferma della riapertura dei termini del ravvedimento operoso speciale previsto dalla legge di Bilancio 2023 risultante dalla bozza del decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri del 26 marzo 2024, è particolarmente apprezzabile perché consentirà ai contribuenti di regolarizzare le violazioni tributarie diverse dagli omessi versamenti e dalle omesse dichiarazioni, anche per anni precedenti al 2022» è quanto afferma il Presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio. Il Presidente de Nuccio sottolinea come «la regolarizzazione delle annualità 2021 e precedenti era rimasta esclusa dalla legge di conversione del Milleproroghe di febbraio scorso che ha esteso il ravvedimento speciale alle violazioni commesse nell’anno 2022».

«Per rimuovere l’anomalia – prosegue – il Consiglio nazionale si è prontamente attivato con il Ministero dell’Economia, al quale vanno i ringraziamenti per aver recepito le istanze dei commercialisti nell’ambito della costante interlocuzione istituzionale intrattenuta». «Apprezzabile anche – secondo de Nuccio – la proroga al 31 maggio del termine, in scadenza a fine mese, per la rimozione delle violazioni e per il pagamento di quanto dovuto».

Stop alla remissione in bonis

In merito all’esclusione dalla rimessione in bonis dei bonus edilizi, il tesoriere del Consiglio nazionale dei commercialisti con delega alla fiscalità Salvatore Regalbuto ritiene opportuna una riflessione: «La bozza di cui si è presa visione inibisce l’accesso all’istituto anche a coloro che avranno regolarmente presentato la comunicazione per l’esercizio dell’opzione per lo sconto in fattura o la cessione del credito entro il prossimo 4 aprile e ciò appare eccessivamente limitante nei casi in cui dovesse rendersi necessaria la correzione di errori sostanziali. Inoltre – conclude Regalbuto – il decreto, va ad incidere sulle principali ipotesi residuali in cui la cessione/sconto era ancora possibile, ovvero per gli interventi posti in essere da enti del terzo settore e per gli immobili danneggiati da eventi sismici, ipotesi limitate nel numero che, anche per i contesti sociali cui si riferiscono, meriterebbero un’attenzione particolare, tenuto conto anche dell’opportuna introduzione di misure volte al monitoraggio preventivo del valore degli interventi che potrebbero consentire un’adeguata programmazione anche sul fronte delle risorse pubbliche da impiegare”

Fonte: Il Sole 24ORE

Condividi questo articolo

Notizie correlate

Desideri maggiori informazioni su bandi, finanziamenti e incentivi per la tua attività?

Parla con un esperto LHEVO

business accelerator