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Bonus edicole, domande fino al 15 aprile per il contributo sulle spese 2022

Aperta la procedura telematica per chiedere il contributo fino a 3mila euro previsto dal Fondo per l’editoria

Fino al 15 aprile 2024 è possibile presentare la domanda di accesso al contributo per il sostegno alle edicole per le spese sostenute nell’anno 2022. Le richieste possono essere presentate dal titolare o legale rappresentante dell’impresa esclusivamente per via telematica, attraverso un’apposita procedura disponibile nell’area riservata del portale impresainungiorno.gov.it. Qualora il totale dei contributi richiesti risulti superiore alle risorse disponibili, pari a 6 milioni di euro, si procederà al riparto proporzionale tra tutti i soggetti aventi diritto.

Il bonus è previsto dall’articolo 2, comma 2, del Dpcm 10 agosto 2023, che definisce la ripartizione delle risorse del Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria. Le disposizioni applicative per la fruizione di tale contributo sono contenute nell’articolo 2 del decreto del Capo Dipartimento per l’informazione e l’editoria del 28 novembre 2023 e nella circolare n. 1 del 20 febbraio 2024.

La procedura per le domande

Disponibile nell’area riservata del portale, la procedura per presentare domanda è accessibile unicamente in via telematica, cliccando sul link «Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’informazione e l’editoria» -> «Contributo edicole 2023 per spese sostenute nel 2022» del menù «Servizi on line», previa autenticazione tramite il Spid, Cns o Carta di identità elettronica (Cie).

Si ricorda che è previsto l’invio di una sola domanda per impresa richiedente. La domanda deve essere firmata digitalmente dal titolare di impresa individuale o socio titolare/legale rappresentante di società di persona, esclusivamente con firma CAdES. In caso di errore, sarà possibile, per tutta la durata di apertura dello sportello, presentare una nuova domanda che annulla la precedente.

Contributo del 50%

Il beneficio consiste in un contributo pari al 50% delle spese sostenute, con riferimento al locale commerciale utilizzato per l’attività agevolabile, ai fini Imu, Tasi, Tari, Cup (il tributo che ha sostituito Cosap e Tosap), canoni di locazione, servizi di fornitura di energia elettrica, servizi telefonici e di collegamento a internet, acquisto o noleggio di registratori di cassa o di registratori telematici, acquisto o noleggio di dispositivi Pos e altre spese sostenute per la trasformazione digitale e l’ammodernamento tecnologico, al netto dell’Iva.

Al riguardo, la circolare n. 1/2024 su richiamata precisa che qualora il Cup non fosse stato ancora istituito e applicato nel 2022 dal Comune o altro ente nel cui territorio è situata l’edicola, le imprese potranno inserire le eventuali spese sostenute per Tosap o Cosap.

L’incompatibilità

Le imprese che hanno già usufruito del contributo una tantum a favore delle edicole, previsto sempre dall’articolo 2 del Dpcm 10 agosto 2023 ma, in questo caso, comma 1, per le spese sostenute nel 2022, relative all’acquisto o al noleggio di registratori di cassa o registratori telematici e di dispositivi Pos, e altri costi per la trasformazione digitale e l’ammodernamento tecnologico, non possono inserire le stesse somme nella domanda per l’accesso al contributo previsto dal successivo comma 2.

Lo stato di salute delle edicole

Secondo una recente rilevazione del Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai, le edicole oggi in Italia sono circa 12mila e, di queste, quasi la metà svolge ulteriori attività rispetto alla vendita di quotidiani e periodici che resta comunque prevalente. Tra il 2021 e il 2022 hanno registrato una contrazione del 3,5%, ma il trend negativo si é fortemente attenuato rispetto agli ultimi anni (-13,3% nel periodo 2018-2019 e -6,5% tra il 2020 e il 2021) anche grazie alle misure di sostegno al settore che hanno ridotto l’emorragia di imprese. Infatti, é forte il rischio desertificazione in molti comuni soprattutto laddove è più fragile, esigua o addirittura inesistente la presenza di punti vendita: il 25% dei comuni italiani non ha un’edicola, mentre il 30% (circa 2mila e 500 comuni) ha solo una rivendita.

Fonte: Il Sole 24ORE

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