L’articolo 1, commi da 78 a 85, della legge di Bilancio 2024 (legge 213/2023) ha previsto per gli esercenti attività d’impresa, relativamente al periodo d’imposta in corso al 30 settembre 2023, la possibilità di procedere all’adeguamento delle esistenze iniziali dei beni.
Va detto che la norma sembrerebbe di fatto interessare i soli soggetti in contabilità ordinaria, stante che – da qualche anno – le rimanenze risultano fiscalmente irrilevanti per i soggetti in contabilità semplificata.
La legge prevede, in caso di «eliminazione di valori», il pagamento:
a) dell’Iva, determinata applicando l’aliquota media riferibile all’anno 2023 all’ammontare che si ottiene moltiplicando il valore eliminato per il coefficiente di maggiorazione stabilito, per le diverse attività, con apposito decreto dirigenziale. L’aliquota media, tenendo conto dell’esistenza di operazioni non soggette a imposta ovvero soggette a regimi speciali, è quella risultante dal rapporto tra l’imposta relativa alle operazioni, diminuita di quella relativa alle cessioni di beni ammortizzabili, e il volume di affari dichiarato;
b) di un’imposta sostitutiva dell’Irpef, dell’Ires e dell’Irap, in misura pari al 18%, da applicare alla differenza tra l’ammontare calcolato con le modalità indicate alla lettera a) e il valore eliminato.
In caso di «iscrizione di valori», invece, l’adeguamento comporta il pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef, dell’Ires e dell’Irap, in misura pari al 18%, da applicare al valore iscritto.
L’adeguamento deve essere richiesto nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in corso al 30 settembre 2023 ossia, per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare, nel modello Redditi 2024.
Le imposte dovute – prosegue la legge – dovranno essere versate in due rate di pari importo, di cui la prima con scadenza entro il termine previsto per il versamento a saldo delle imposte sui redditi relative al periodo d’imposta in corso al 30 settembre 2023 e la seconda entro il termine di versamento della seconda o unica rata dell’acconto delle imposte sui redditi relativa al periodo d’imposta successivo.
I costi da sostenere per l’adeguamento, secondo gran parte dei pubblicisti che hanno effettuato simulazioni sulla sua convenienza economica, appaiono piuttosto rilevanti, per cui bisognerà capire quale sarà l’effettiva adesione a questa particolare forma di sanatoria.
Al momento, dalle prime “interviste” delle software house ai propri clienti di riferimento, sembrerebbe che la nuova sanatoria non sia di particolare interesse per i contribuenti da loro assistiti, soprattutto a causa del suo costo elevato.
Se questa tendenza fosse confermata, la generalità delle software house si limiterà a effettuare un allineamento delle procedure di gestione dei modelli Redditi, chiaramente a meno di specifiche richieste che dovessero pervenire dai propri clienti.
Di fatto nei modelli dichiarativi avremo probabilmente:
- un prospetto per la richiesta di eliminazione ovvero di iscrizione dei valori;
- l’evidenza dell’importo da pagare, suddiviso in due rate di pari importo.
Gli applicativi di elaborazione dei modelli Redditi gestiranno, di conseguenza, sia la compilazione del suddetto prospetto, che il versamento con il modello F24, compilando le due deleghe in modo totalmente automatico.
Fonte: Il Sole 24ORE