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Titolari effettivi, all’appello ne mancano oltre un milione

Ulteriore criticità è rappresentata dalla difficoltà di reperire sul mercato le firme digitali richieste dalla legge per la trasmissione.

A dieci giorni dalla scadenza dell’obbligo di comunicazione del «titolare effettivo» al registro dedicato, sono circa 450 mila le pratiche aperte nelle camere di commercio. Il dato, numericamente importante ma che rappresenterebbe meno di un terzo delle comunicazioni obbligatorie stimate (relative a imprese dotate di personalità giuridica, persone giuridiche private, trust e istituti affini) è emerso durante la web conference degli operatori del comparto oro di Antico, con il dato in progress riportato da Pierluigi Sodini di Unioncamere. All’appello, a pochi giorni dalla chiusura dei termini per evitare sanzioni (termine che scade l’11 dicembre, salvo improbabili proroghe dell’ultim’ora) mancherebbero quindi più di un milione di “titolari”, con l’ulteriore criticità sullo sfondo delle difficoltà, segnalate da più parti, di reperire sul mercato le firme digitali richieste dalla legge per la trasmissione.

Il comparto oro, settore in salute ma geneticamente molto delicato, intanto segna performance incoraggianti sul versante antiriciclaggio. Guido Pagliaro (Uif) ha sottolineato l’incremento ormai costante di Sos di matrice “oro” – tra il 2020 e il ’22 sono più che raddoppiate a quota 1187, e a fine settembre 2023 sfioravano già quota mille – anche se la perfetta compliance riguarda ancora solo una minoranza virtuosa. Federico Luchetti, direttore generale di Oam, ha rilevato che gli iscritti al registro Oco (compro oro) sono ad oggi 3.808 (rispetto alle 15 mila aziende attive), di cui 2018 (53%) nella forma di persona giuridica, in larghissima parte operatori individuali (3,190), 546 microimprese (da 2 a 5 persone ) solo 8 le società con più di 50 dipendenti. A proposito di segnalazioni, Emmanuele di Fenza ha ravvisato la possibilità di conflitto tra l’adempimento antiriciclaggio e la comunicazione amministrativa alla Camera di commercio, con l’effetto inopinato che potrebbe venir meno la riservatezza della segnalazione.

Gli operatori in oro, intanto, incassano la soluzione dell’ormai atavico problema della chiusura indiscriminata (e discriminante) dei conti correnti – un emendamento del senatore Dario Damiani al decreto Asset obbliga le banche a un’adeguata due diligence sul cliente, vietandoil derisking massivo – e puntano a nuovi obiettivi. «Opportuno – ha detto il presidente di Antico, Nunzio Ragno, estensore dell’emendamento Asset – aprire alla pluralità di conti correnti dedicati (oggi vietata, ndr), così come è urgente definire una disciplina sanzionatoria dedicata per le violazioni, lacune che oggi vengono colmate per analogia, per esempio nell’uso del contante». Chiarezza normativa che servirebbe anche in materia di conservazione della documentazione antiriciclaggio, che esige la «inalterabilità» dei documenti ma che non spiega gli standard per raggiungerla.

Opportuna, infine, sarebbe l’introduzione di programmi di regolarizzazione/emersione mediante forme di ravvedimento operoso.

Fonte: Il Sole 24ORE

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