Si riduce la durata dei processi in linea con gli obiettivi del Pnrr. Accelera anche l’abbattimento dell’arretrato ma non quanto basta. La fotografia emerge dai dati di monitoraggio del primo semestre 2023, il primo dopo l’entrata in vigore delle riforme del processo civile e penale, e che registra gli effetti dei cambiamenti organizzativi attuati dagli uffici giudiziari, anche con l’arrivo degli addetti all’Ufficio per il processo.
La relazione che espone i dati è stata curata dalla Direzione generale di statistica e analisi organizzativa (DgSTat) del Ministero della Giustizia, e tiene conto anche delle influenze positive dovute alla riduzione del numero degli iscritti accaduto durante il periodo pandemico.
Per prima cosa è utile ricordare i target negoziati con la Commissione: riduzione del disposition time complessivo, dato dalla somma del disposition time nei tre gradi di
giudizio, del 40% nel settore civile e del 25% nel settore penale entro giugno 2026; riduzione dell’arretrato civile del 65% in Tribunale e del 55% in Corte di appello entro fine 2024; del 90% in Tribunale e in Corte di appello entro giugno 2026.
I valori al 30 giugno 2023, confrontati con quelli del 2019 (anno di riferimento fissato nel PNRR) segnalano una decisa accelerazione nella riduzione della durata dei processi calcolata in base al disposition time, l’indicatore di durata che misura il rapporto tra i processi pendenti e quelli definiti, con valori di: – 19,2% nel settore civile; 29,0% in quello penale.
Penale – Particolarmente decisa la riduzione nell’ultimo anno nel settore penale (- 17,5% rispetto al I semestre del 2022), grazie a un aumento consistente dei procedimenti definiti. In attesa di un consolidamento degli andamenti, sulla base dei dati dei prossimi mesi, la tendenza registrata nel primo semestre 2023 è in linea con l’obiettivo finale concordato con la Commissione europea, consistente nella riduzione del 25% della durata dei processi penali entro giugno 2026. La durata media di un processo penale, in tutte le sue fasi, è scesa al di sotto della soglia dei mille giorni.
Il dato disaggregato per sede mostra una riduzione del DT rispetto alla baseline nel 79% delle Corti di appello (migliorano 23 corti su 29) e nell’81% dei Tribunali (114 su 140). Con riguardo alle pendenze le riduzioni interessano il 62% delle Corti e il 74% dei Tribunali.
Civile – Più contenuto nell’ultimo anno il calo del disposition time in ambito civile ( -1,0% rispetto al I semestre 2022), ma si registra un andamento positivo del Tribunale e della Corte di appello, con una diminuzione (rispettivamente, dell’8,9 e del 7,8 per cento). Con il mantenimento di questo andamento risulta raggiungibile l’obiettivo preso con la Commissione europea della riduzione del disposition time complessivo del 40% entro giugno 2026.
Riguardo all’arretrato civile, gli ultimi dati segnalano una accelerazione nella tendenza di smaltimento, in particolare nel Tribunale, l’ufficio che fino ad ora ha mostrato le maggiori difficoltà. Al 30 giugno 2023 le variazioni rispetto al 2019 si sono attestate sui valori seguenti: -19,7% in Tribunale; -33,7% in Corte di appello.
I dati mostrano quindi un buon andamento dello smaltimento dell’arretrato, che tuttavia rimane ancora al di sotto di quello necessario a raggiungere gli obiettivi concordati con la Commissione europea che prevedono, per giugno 2026, un abbattimento del 90% rispetto al dato del 2019, sia in Tribunale sia in Corte di appello.
Il prossimo aggiornamento, relativo alla chiusura dell’anno 2023, verrà pubblicato ad aprile 2024.
Fonte: Il Sole 24Ore