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Analisi del rischio, il Fisco mette in campo l’intelligenza artificiale

Il decreto legislativo amplia i poteri degli Uffici fiscali nell'analisi del rischio tributario, sfruttando tutte le basi dati disponibili.

Utilizzo delle informazioni presenti in tutte le basi dati disponibili per le attività di analisi del rischio, per quelle di controllo, di stimolo all’adempimento spontaneo nonché di erogazione dei servizi ai contribuenti: lo schema di decreto legislativo in materia di procedimento accertativo, nel dare attuazione alla legge delega 111/2023, amplia i poteri degli Uffici razionalizzando e riordinando le disposizioni normative che richiamano l’analisi del rischio in materia tributaria.

L’articolo 2 della bozza di decreto interviene su una serie di disposizioni dedicate all’accertamento in materia di imposte dirette e Iva, riconoscendo all’amministrazione procedente la possibilità di avvalersi di dati, anche pubblicamente disponibili, attraverso una serie di modelli e tecniche di analisi funzionali a massimizzare l’efficacia degli interventi di prevenzione e contrasto all’evasione fiscale, alla frode e all’abuso del diritto. Le soluzioni di intelligenza artificiale consentiranno di realizzare analisi probabilistiche, isolando rischi fiscali, anche non conosciuti a priori e che, una volta individuati, permetteranno di elaborare autonomi criteri selettivi o di prevedere una determinata probabilità di accadimento a fronte di un rischio fiscale noto.

Si realizza quindi pienamente la delega, e in particolare quanto prescritto dall’articolo 17, lettere c) ed f), innanzitutto razionalizzando e riordinando le disposizioni normative in materia di attività di analisi del rischio pur nel rispetto della normativa in materia di tutela della riservatezza e accesso ed evitando pregiudizi alle garanzie dei contribuenti. Già l’articolo 1, comma 683, della legge 160/2019 ha riconosciuto a Entrate e a Guardia di Finanza la possibilità di avvalersi di tecnologie, elaborazioni e interconnessioni con le altre banche dati, allo scopo di individuare criteri di rischio utili per far emergere posizioni da sottoporre a controllo e incentivare l’adempimento spontaneo, avuto riguardo all’utilizzo dei dati nell’archivio dei rapporti finanziari, anche previa pseudonimizzazione dei dati personali secondo le regole operative dettate dal decreto ministeriale del 28 giugno 2022.

Con la delega fiscale e la sua attuazione il passo in avanti è sicuramente più deciso, potendosi avvalere non solo della interconnessione con banche dati già disponibili, ma anche ricorrendo anche a basi dati pubblicamente disponibili. Lo schema di decreto concorre poi alla realizzazione di quanto dispone la lettera f) dell’articolo 17 e cioè il potenziamento dell’utilizzo di tecnologie digitali, anche con l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale, al fine di ottenere attraverso la piena interoperabilità delle banche dati, la disponibilità delle informazioni rilevanti e garantirne il tempestivo utilizzo per realizzare interventi volti a prevenire gli errori dei contribuenti, operare azioni mirate, idonee a circoscrivere l’attività di controllo nei confronti di soggetti a più alto rischio fiscale e perseguire la riduzione dei fenomeni di evasione e di elusione fiscale massimizzando i livelli di adempimento spontaneo.

Fonte: Il Sole 24Ore

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