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L’intelligenza artificiale chiamata a ridurre la valanga di interpelli

Non menziona l'IA, ma la riforma fiscale punta su un sistema digitale per ridurre richieste di chiarimenti e migliorare il servizio.

Intelligenza artificiale: il decreto attuativo non la cita espressamente – e parla di banca dati – ma è chiaro che la riforma fiscale affida a un cervellone digitale la speranza di tagliare le migliaia di richieste di chiarimenti che intasano gli uffici, accelerando tempi e qualità del servizio. E dove non arriverà il database ci sarà la tassa d’ingresso sugli interpelli.

Passaggio obbligato dalla banca dati

Il nuovo articolo 10-nonies, che sarà inserito nello Statuto del contribuente dal decreto delegato approvato lunedì scorso in Consiglio dei ministri, prevede un’inedita forma di dialogo con il Fisco: la consultazione semplificata.

La nuova procedura permetterà di interrogare su casi concreti una banca dati che conterrà tutti gli atti interpretativi delle Entrate. La domanda potrà essere posta gratis online dalle persone fisiche – anche non residenti – e dai contribuenti minori (società semplici, Snc, Sas e soggetti equiparati in contabilità semplificata). Se la banca dati ha una risposta, il contribuente che si attiene al responso eviterà sanzioni e interessi; in caso negativo, il cervellone gli dirà che può fare interpello. In ogni caso, per i piccoli la consultazione della banca dati sarà condizione di ammissibilità per l’interpello.

Sei tipi di quesito al Fisco

Come già previsto dalla delega, il nuovo interpello sarà a pagamento. La disciplina sarà definiti da un Dm dell’Economia e la tassa dipenderà da tre fattori: tipo di contribuente; volume d’affari o ricavi; complessità o rilevanza della questione.

L’obiettivo di questa doppia manovra – la banca dati e la tassa – è ridurre la marea di interpelli che negli ultimi anni ha travolto gli uffici, sull’onda degli aiuti anti-Covid e del superbonus. Solo l’anno scorso sono state inoltrate circa 16mila domande, cui è seguito l’invio ai contribuenti di quasi 18mila risposte (contando la “coda” di interpelli sulle domande arrivate nell’anno record 2021).

Il decreto attuativo ridefinisce i sei tipi di interpello: i primi due riguardano i casi di incertezza sull’interpretazione di una norma o sulla qualificazione di una fattispecie; altri due hanno ad oggetto l’abuso del diritto e la disapplicazione di norme antielusive; gli ultimi due, infine, coinvolgono i requisiti per accedere alla cooperative compliance, alle agevolazioni sui nuovi investimenti al regime dei Paperoni.

La risposta arriverà entro 90 giorni. Il termine sarà sospeso ad agosto e in tutti i casi in cui servono integrazioni da parte del contribuente o pareri tecnici da parte di altre Pa.

Il «super-interpello»

Sarà regolata anche la consulenza giuridica, che di fatto sarà un “super-interpello” proposto da associazioni, Ordini ed enti pubblici. Tutti i dettagli, però, arriveranno con un decreto del ministero dell’Economia.

Fonte: Il Sole 24Ore

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