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Intesa in maggioranza: sulla prescrizione cancellata la «Cartabia»

I punti certi del testo base sono il superamento della riforma Bonafede e Cartabia e il ritorno alla prescrizione sostanziale.

Torna ad affacciarsi uno dei temi più ricorrenti nelle politiche della giustizia di questi anni, la prescrizione. Quel complicato equilibrio trovato dalla composita coalizione che sorreggeva il governo Draghi appare ormai destinato a essere rimesso in discussione e verosimilmente cancellato. In tempi stretti oltretutto. Perché ieri la maggioranza, appoggiata da Azione (cui peraltro appartiene uno dei relatori del provvedimento, Enrico Costa), ha approvato in commissione Giustizia alla Camera testo base e condiviso percorso. Quanto al primo, a fare da driver al nuovo intervento sarà la proposta di Pietro Pittalis, vicepresidente della commissione, di Forza Italia. Quanto al secondo, il testo sarà in aula già a fine ottobre, il 27, mentre il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato al 9 ottobre.

Ricordato che a votare contro è stato il “campo largo” di Pd, Cinque Stelle e Avs, l’obiettivo dell’intervento è di andare al superamento del sistema attuale centrato sul connubio tra preiscrizione in primo grado e successiva improcedibilità in caso di mancata conclusione del giudizio nei termini predeterminati per tornare a una forma di prescrizione sostanziale che costituirebbe un ritorno, era il 2005, alla già allora assai contestata legge ex Cirielli, che introdusse come regola base termini di prescrizione pari ai limiti massimi di pena previsti per ogni singolo reato.

Per il presidente della commissione, Ciro Maschio, Fratelli d’Italia, «sulla prescrizione è stata trovata una buona sintesi dalla maggioranza. I punti certi sono il superamento della riforma Bonafede e Cartabia e il ritorno alla prescrizione sostanziale. Starà poi nella fase degli emendamenti verificare se il testo finale somiglierà più alla riforma Orlando o alla Cirielli o a una formula che tenga conto però dell’esigenza di ripristinare la prescrizione sostanziale e l’attenzione a non avere processi infiniti».

Fanno muro le opposizioni, con il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte che preannunciala totale contrarietà a una maggioranza che dimostra di non volere celebrare i processi e la responsabile giustizia del Pd Debora Serracchiani per la quale «sulla prescrizione finalmente la destra ha fatto chiarezza: non siamo di fronte al ritorno della legge Orlando, ma al ripristino della Cirielli. E senza neppure aver valutato l’impatto della riforma Cartabia. Non c’è nessun interesse a ridurre la durata dei processi, ma anzi il contrario. Ancora una volta si torna indietro sulle riforme della giustizia che ci hanno consentito di avere le risorse del Pnrr, che così mettiamo a rischio».

Fonte: Il Sole 24Ore

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