In caso di controlli sul credito di imposta per attività in ricerca e sviluppo, oltre all’aspetto formale conta la relazione esplicativa dell’attività svolta. Da questa deve emergere, secondo l’agenzia delle Entrate che sta inviando le richieste per verificare la documentazione, l’avanzamento nella scienza e nella tecnica, gli ostacoli riscontrati nelle conoscenze e tecnologie attuali e le soluzioni attuate per poterli superare. Non manca l’invito a valutare la possibilità di riversamento senza sanzioni, che ricordiamo scadrà, stante l’attuale normativa, il 30 novembre 2023.
I controlli vertono sulla corretta applicazione del credito sia dal punto di vista fiscale che tecnico, con focus sul livello di novità del progetto intrapreso rispetto allo stato dell’arte del settore e sulle incertezze scientifiche che hanno reso necessario i lavori di ricerca e sviluppo. Ammissibilità, effettività e inerenza dei costi che hanno concorso alla determinazione del credito di imposta saranno oggetto della verifica da parte dell’agenzia delle Entrate attraverso valutazione della regolarità formale della certificazione sulla documentazione contabile ed extra-contabile e sull’effettività dei costi sostenuti allegata al bilancio, effettuata da un soggetto incaricato della revisione legale o dal collegio sindacale o da un professionista iscritto nel registro dei revisori legali.
Fondamentale per le imprese è essere in possesso di una relazione in cui venga esplicitato l’iter decisionale dell’attività di ricerca e sviluppo intrapresa. Da questa deve risultare in particolare l’obiettivo del progetto di ricerca e sviluppo, con riferimento all’avanzamento nella scienza e nella tecnica, gli ostacoli riscontrati nelle conoscenze e tecnologie attuali e le soluzioni da attuare per poterli superare. Dovranno inoltre essere evidenziati i benefici commerciali che si intendono raggiungere tramite i risultati della ricerca e le modalità di finanziamento del progetto con la redazione di un prospetto esplicativo, contenente l’elencazione analitica degli investimenti realizzati e specifica indicazione dei correlativi costi ritenuti agevolabili e un’accurata quantificazione dei crediti d’imposta.
I fogli di presenza nominativi, riportanti per ciascun giorno le ore impiegate nell’attività di ricerca e sviluppo e le relative competenze tecniche, dovranno essere esibiti per l’eventuale verifica delle spese relative al personale impiegato nell’attività di ricerca e sviluppo.
Per quanto concerne i costi relativi alla ricerca extra muros, l’impresa dovrà essere in possesso di tutta la documentazione a supporto, tra cui i contratti stipulati con università, enti di ricerca, organismi equiparati o altri soggetti, e, in aggiunta, una relazione sottoscritta dai soggetti commissionari attinente l’attività svolta.
Gli strumenti e le attrezzature di laboratorio sono parte integrante del progetto di ricerca e sviluppo e, al fine degli accertamenti, potrà essere richiesta l’esibizione di una dichiarazione relativa alla misura e al periodo in cui sono stati utilizzati per la suddetta attività, con lo scopo di attestare correttamente le modalità attraverso le quali tali beni sono stati imputati al progetto di ricerca.
Conseguire una dichiarazione rilasciata dal locatore sarà necessario nel caso di strumenti e attrezzature di laboratorio acquisiti mediante locazione finanziaria e non finanziaria.
I contratti stipulati e la relazione sottoscritta dai commissionari sulle attività svolte rappresentano la documentazione richiesta relativa alle privative industriali, strumenti attraverso i quali è possibile valorizzare e tutelare le creazioni intellettuali e industriali.
Un adeguato sistema di rilevazione dei costi agevolabili per i periodi di imposta in relazione ai quali si è beneficiato dell’agevolazione è fondamentale nel caso in cui la produzione sia interna. Eventuale documentazione e contrattualistica redatta con la clientela, avente ad oggetto l’attività di ricerca e sviluppo effettuata, dovrà essere presentata in caso di verifica.
Fonte: Il Sole 24 Ore