Va progressivamente in pensione l’Irap con tutte le sgradite complicazioni derivanti dal doppio calcolo dell’imponibile. Arriverà una addizionale Ires, ma senza alcun aggravio di tassazione. Il disegno di legge di riforma fiscale, in discussione al Senato, conferma, nella delega al Governo, l’abolizione del tributo regionale, fissando un principio di invarianza del carico fiscale, non solo per il reddito di lavoro dipendente, ma anche, come stabilito dal testo approvato alla Camera, per imprese e professionisti.
Dall’Irap all’addizionale Ires
L’articolo 8 del disegno di legge di riforma del sistema fiscale, approvato dalla Camera dei Deputati e ora al vaglio di Palazzo Madama, delega il Governo a procedere al graduale superamento dell’Irap dando priorità alle società di persone e alle associazioni professionali (le ditte individuali sono infatti già oggi esonerate dal tributo).
Al suo posto, al fine di garantire un’invarianza di gettito che consenta il finanziamento della sanità regionale, verrà introdotta una addizionale che funzionerà con le medesime regole dell’Ires, ma senza la facoltà di riporto delle perdite.
L’Irap è da sempre un tributo poco amato dalle imprese. Inizialmente, lo sfavore derivava principalmente dal fatto che il tributo gravava principalmente su costo del personale e oneri finanziari, finendo per colpire maggiormente i contribuenti con difficoltà economiche, che dovevano pagare l’imposta anche quando subivano perdite di esercizio. Successivamente, e dunque da quando il costo dei dipendenti a tempo indeterminato è divenuto interamente deducibile, ciò che più infastidisce sono le regole applicative, che assomigliano (in quanto si parte sempre dal conto economico civilistico), ma in parte differiscono da quelle dell’Ires, con l’obbligo di presentare una dichiarazione distinta, con calcoli da esporre in modo differente, con e l’effettuazione di autonomi versamenti, il tutto, insomma, con una inutile complicazione del lavoro dei contribuenti. Ad esempio, lo stesso onere derivante dal bilancio può essere interamente deducibile ai fini Irap e parzialmente deducibile per l’Ires (ammortamenti iscritti con coefficienti superiori a quelli ministeriali). O, al contrario, deducibile ai fini Ires ma indeducibile in tutto o in parte per l’Irap (si pensi agli interessi passivi entro il limite del Rol o all’Imu su fabbricati strumentali).
Via la doppia dichiarazione
L’eliminazione dell’Irap (che oggi finanzia la sanità) e la sua sostituzione con una addizionale dovrà rispettare un principio di invarianza, non solo nel gettito complessivo, ma anche di carico fiscale per imprese e professionisti come opportunamente precisato con una modifica introdotta alla Camera. In buona sostanza, i contribuenti saranno chiamati a pagare una maggiorazione Ires che sostanzialmente corrisponderà a quanto avrebbero pagato a titolo di Irap e non si potranno generare spostamenti di carico fiscale da una categoria di contribuenti all’altra.
Per rispettare il descritto principio di invarianza, dovrà inoltre tenersi conto del fatto che attualmente l’Irap corrispondente al costo del lavoro indeducibile (diverso, cioè, da quello per dipendenti a tempo indeterminato) può essere dedotta dall’imponibile delle imposte sui redditi. L’addizionale che graverà sul reddito di impresa o di lavoro autonomo dovrà pertanto essere tarata al fine di garantire equivalenza di oneri anche sotto questo aspetto.
A un carico tributario che non si riduce, si affiancherà invece l’eliminazione della duplicazione degli adempimenti dichiarativi e di versamento a carico dei contribuenti, come pure dello sdoppiamento della struttura degli accertamenti fiscali che oggi, a fronte di un unico rilievo, devono tenere distinte le rettifiche per Ires e Irap.
La nuova sovraimposta sostitutiva dell’Irap avrà sostanzialmente la stessa base imponibile dell’Ires (quindi dichiarazione unica), salva l’impossibilità di riportare a nuovo le eventuali perdite. Una semplificazione non trascurabile che da svariati anni è richiesta dai contribuenti e dagli uffici finanziari.
Fonte: Il Sole 24 ORE