Le novità procedurali non presenti sul mercato nazionale della ristorazione collettiva e della fornitura dei pasti consentono di accedere al credito d’imposta ricerca e sviluppo. La sentenza 1351/12/2023 della Cgt Palermo (presidente e relatore La Placa) riconosce le ragioni della società ricorrente contro l’atto di recupero relativo agli anni d’imposta 2018 e 2019.
Come ricordato in motivazione, le novità procedurali hanno comportato il superamento di numerosi ostacoli: miglior controllo delle capacità tecnologiche; maggiore pianificazione e prevenzione dei possibili eventi critici; costante condivisione del database alimentare dei pazienti ricoverati. Poiché il credito d’imposta (articolo 3 del Dl 145/2013) può essere riconosciuto per un’attività di analisi e studi rivolta alla progettazione e allo sviluppo di nuovi prodotti o anche un miglioramento dei prodotti, processi o servizi esistenti, «si deve ritenere – spiega il collegio di primo grado – che a ciò non osti un parere del ministero dello Sviluppo economico fondato sul mancato svolgimento di “lavori” necessari per il superamento di incertezze o ostacoli di tipo scientifico o tecnologico». Inoltre i giudici palermitani fanno notare come già la sentenza 173/2022 della Ctp di Reggio Emilia (si veda l’articolo «Ricerca e sviluppo, prodotti fuori gamma con credito di imposta») avesse rimarcato come risulti decisivo che i prodotti frutto della ricerca siano nuovi, cioè non già esistenti nella gamma commerciale del contribuente.
La sentenza richiama, tra l’altro, anche la circolare 5/E/2016, secondo cui «sono agevolabili le modifiche di processo o di prodotto che apportano cambiamenti o miglioramenti significativi delle linee e/o delle tecniche di produzione o dei prodotti».
Fonte: Il Sole 24 ORE