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Ires e imprese, aliquota ridotta alternativa alla superdeduzione

Mini Ires fruibile anche come deduzione dall’imponibile per salvare le imprese che distribuiscono dividendi o sono in perdita fiscale.

Mini Ires fruibile anche come deduzione dall’imponibile per salvare l’agevolazione delle imprese che distribuiscono dividendi o sono in perdita fiscale. Con un emendamento all’articolo 6 del Ddl di riforma fiscale approvato in commissione Finanze alla Camera, viene introdotto un incentivo a favore di chi investe oppure assume nuovo personale, che prende la forma di una super deduzione dal reddito. Cambiano anche i requisiti dell’incentivo ordinario, non essendo più richiesta la presenza congiunta di investimenti e nuove assunzioni. 

Mini Ires 

L’articolo 6 del Ddl di riforma fiscale, attualmente all’esame della Camera, prevede una attenuazione della aliquota Ires per la parte di reddito che la società si impegna a destinare, nei due anni successivi alla sua produzione, alla realizzazione di investimenti e alla assunzione di nuovo personale. L’agevolazione non spetta per l’importo corrispondente agli utili che vengono distribuiti nel biennio, prevedendosi in tal caso un recapture delle imposte originariamente risparmiate.

La norma, la cui effettiva applicazione dovrà essere dettagliata dai decreti delegati, presenta caratteristiche che, in talune situazioni, ne impediscono un corretto e completo funzionamento. Il primo elemento è tipico di ogni agevolazione basata su una riduzione di imposta (sotto forma di aliquota agevolata oppure di detrazione): il meccanismo finisce per incepparsi ogni qual volta la società è in perdita fiscale oppure non realizza un reddito sufficiente a coprire l’importo degli investimenti o delle spese per il personale.

In questo caso, infatti, in assenza di base imponibile, la riduzione di aliquota non è in grado di operare nel singolo esercizio, e i benefici che si intendono attribuire a fronte del comportamento virtuoso vengono di fatto azzerati non potendo neppure essere riportati a nuovo.

Un secondo possibile limite riguarda invece le società che (come quelle con azioni quotate in mercati regolamentati o quelle partecipate da investitori finanziari) hanno la necessità di adottare politiche di dividendi agli azionisti e finanziano gli investimenti ricorrendo al capitale di terzi. La triplice condizione congiunta di investimenti, assunzioni e accantonamento dell’utile, è in questi casi di fatto quasi impossibile da realizzare.

La sequenza di investimenti e assunzioni (nell’anno t) e utili trattenuti (negli anni t+1 e t+2) potrebbe infatti non essere mai raggiunta. La società non otterrebbe il beneficio anche qualora, su un arco temporale più ampio, realizzasse gli obiettivi, ma in una sequenza invertita: accantonando gli utili (ad esempio negli anni t e t+1), investendo (ad esempio negli anni t+2 e t+3) e distribuendo dividendi pur se entro i limiti delle riserve accumulate (t+4 e t+5).

Super-deduzioni 

Per superare questi vincoli, un emendamento all’articolo 6, approvato dalla commissione Finanze della Camera, introduce un meccanismo alternativo alla riduzione di aliquota che consiste in una super deduzione dall’imponibile legata, di volta in volta, ai soli investimenti in beni strumentali o alle nuove assunzioni.

Le società che effettuano investimenti o che incrementano la forza lavoro potranno optare, se non utilizzano l’aliquota Ires ridotta, per agevolazioni basate su maggiorazioni dei costi deducibili.

Una sorta di super ammortamento (o di ammortamento accelerato in quanto la norma lascia aperte entrambe le strade), alternativo alla mini Ires, che, incidendo sull’imponibile e non sull’imposta, è fruibile anche da società che si trovano in perdita fiscale, dato che il (maggior) risultato negativo può essere riportato in avanti abbattendo il reddito degli esercizi successivi. Anche per l’ampliamento della forza lavoro è prevista una maggior deduzione extracontabile dei costi del personale alla stregua del meccanismo previsto dalla nuova patent box.

Un secondo correttivo introdotto dall’emendamento riguarda la agevolazione ordinaria, per la quale si elimina il requisito congiunto di investimenti e nuove assunzioni, per rendere le due situazioni alternative. Gli utili trattenuti, cioè, potranno essere destinati ad investimenti o all’incremento della forza lavoro.

 

Fonte: Il Sole 24 ORE

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