I tribunali possono omologare gli accordi di ristrutturazione nelle crisi aziendali anche senza aspettare il via libera dell’agenzia delle Entrate o dell’Inps. Lo prevede una norma, inserita in extremis nel decreto legge su Sport e Pa approvato dal Consiglio dei ministri, che fissa però alcune condizioni a questa agevolazione: sono cinque, e prevedono soprattutto che gli accordi non dovranno avere carattere liquidatorio e che il credito complessivo vantato dai creditori aderenti dovrà coprire almeno un quarto dei crediti totali. Fisco e contributi dovranno essere versati per almeno il 30%, calcolando anche interessi e sanzioni.
Lo stralcio parziale degli ostacoli sollevati dai debiti fiscali e previdenziali è del resto il cuore della novità. Che offre 90 giorni per decidere se aderire alla proposta, in un meccanismo che inevitabilmente riguarda solo le pratiche avviate dopo l’entrata in vigore del nuovo decreto.
La novità arricchisce ulteriormente il ventaglio di materie affrontate dal nuovo provvedimento, nelle bozze intitolato alle «assunzioni» perché torna ad ampliare organici e uffici di staff qua e là nella Pa centrale.
Ma i punti più rilevanti, crisi d’impresa escluse, riguardano in realtà lo sport. Le società di calcio potranno rateizzare gli effetti fiscali delle plusvalenze solo se nate da transazioni in denaro, e da giocatori tenuti in portafoglio almeno due anni, altrimenti i valori entreranno integralmente nell’esercizio di riferimento. La giustizia sportiva non potrà più tagliare i punti a una squadra in corso di campionato, perché le penalità scatteranno con sentenza definitiva da applicare a giochi chiusi ma prima del termine per l’iscrizione alla stagione successiva. Non passa, invece, almeno per ora, lo stop ai presidenti delle federazioni sportive che superano i tre mandati consecutivi. Un correttivo che nelle intenzioni del ministero dello Sport puntava a cancellare il bando a vita a rischio incostituzionalità. Il 5 luglio si pronuncia la Consulta, poi si vedrà.
I ministeri della Cultura e del Turismo potranno allargare i propri uffici di staff, mentre alla Difesa nascerà la Direzione nazionale per gli armamenti e il Lavoro assorbirà l’Anpal con l’eccezione di Anpal Servizi che si trasforma in Lavoritalia.
Fonte: Il Sole 24 ORE