La proroga dei versamenti delle dichiarazioni dei redditi per 4,5 milioni di partite Iva (ossia essenzialmente quelle per cui sono elaborati gli Isa e quelle in regime forfettario e dei vecchi minimi) entra nella conversione del decreto omnibus (Dl 51/2023), ora all’esame delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera in prima lettura. Un emendamento a firma dei due relatori (Alessandro Urzì di Fratelli d’Italia e Vanessa Cattoi della Lega) conferma quanto anticipato nel “comunicato legge” dal Mef il 14 giugno. Un’operazione in due tappe: differimento della scadenza dal 30 giugno al 20 luglio e poi finestra “breve” per versare con la maggiorazione dello 0,40% dal 21 al 31 luglio. Un rinvio, arrivato puntualmente anche nell’anno della delega fiscale, che però non è piaciuto ai sindacati dei commercialisti. In una nota congiunta di Adc, Aidc, Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Unico, Ungdcec sottolineano che «stabilire la proroga al 20 luglio, senza prevedere il conseguente scivolamento di trenta giorni della scadenza con maggiorazione non porta alcun beneficio operativo ai colleghi, i quali, vivono questo provvedimento come una beffa». A loro avviso, poi, «il termine del 31 luglio non solo non è adeguato, ma non è neanche aderente alle norme vigenti».
L’emendamento dei relatori prevede, infatti, che la finestra con lo 0,40% limitata a undici giorni avvenga «in deroga a quanto disposto dall’articolo 17, comma 2» del Dpr 435/2001. Al di là dei tecnicismi, la soluzione adottata dal Governo e ora proposta in Parlamento è frutto di un compromesso per ottenere l’ok della Ragioneria e fare in modo di non scavallare ad agosto, evitando in questo modo di produrre effetti di cassa sulla finanza pubblica. Nel correttivo fiscale al decreto Omnibus entra, poi, anche un’altra proroga (già annunciata da un “comunicato legge”): il differimento al 30 settembre del termine per versare la sostitutiva del 14% sulle criptovalute (proprio ieri sono arrivate le prime istruzioni nella circolare in bozza delle Entrate).
Tra le modifiche presentate dai relatori in altri emendamenti, su cui inizierà il voto la prossima settimana, c’è anche la sospensione fino al 31 dicembre 2023 dell’obbligo per gli avvocati di effettuare le notifiche degli atti giudiziali in materia civile e degli atti stragiudiziali in formato telematico tramite posta elettronica certificata, nel caso in cui il destinatario sia tra quelli con l’obbligo di Pec o l’abbia comunicata all’indice nazionale dei domicili digitali. Quindi, fino al termine dell’anno, si potranno effettuare le modifiche in modalità ordinaria.
Altra modifica in arrivo riguarda lo spostamento del termine di un anno entro il quale i soggetti responsabili possono comunicare al Gse la scelta di partecipare a un sistema collettivo per lo smaltimento a fine vita dei materiali derivanti da impianti fotovoltaici di potenza nominale superiore o uguale a 10 kW, entrati in esercizio negli anni dal 2006 al 2012: si punta a far slittare la scadenza al 30 giugno 2024.
Fonte: Il Sole 24 ORE