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Per l’autoimpiego voucher o fondo perduto con importi più alti nel Mezzogiorno

Il decreto Coesione introduce un aiuto modulato in modo diverso al Centro-Nord e al Sud

La conversione del decreto Coesione (Dl 60/2014) segna il punto di partenza per la piena operatività del restyling degli incentivi per l’autoimpiego. Complessivamente, le misure di aiuto destinate da un lato al Centro-Nord e, dall’altro, al Mezzogiorno con Resto al Sud 2.0, godono di 800 milioni di euro complessivi, di cui 80 milioni di euro per l’anno 2024 e 720 milioni di euro per l’anno 2025. Nel dettaglio, però, una grande fetta delle risorse è ad appannaggio delle aree in ritardo di sviluppo a Sud del Paese: 700 milioni di euro, di cui 70 milioni di euro per l’anno 2024 e 630 milioni di euro per l’anno 2025.

Di conseguenza, le aree del Centro-Nord avranno un budget di 100 milioni di euro, di cui 10 milioni di euro per l’anno 2024 e 90 milioni di euro per l’anno 2025.

Il raggio d’azione

Gli incentivi, disciplinati dagli articoli 17 e 18 del decreto, sono destinati a:

  • persone giovani di età inferiore ai trentacinque anni;
  • persone disoccupate da almeno dodici mesi;
  • persone in condizioni di marginalità, vulnerabilità sociale e discriminazione, come definiti dal Piano nazionale giovani, donne e lavoro;
  • persone inattive, come definite dal Piano nazionale giovani, donne e lavoro;
  • donne inoccupate, inattive e disoccupate;
  • disoccupati beneficiari di ammortizzatori sociali destinatari delle misure del programma di politica attiva Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol).

La forma societaria

I soggetti rientranti in una delle categorie sopra evidenziate possono avviare un’attività professionale o di lavoro autonomo o costituire una società. Se la scelta cade sul modello societario, la norma prescrive che l’esercizio del controllo e dell’amministrazione della società deve essere esercitato da soggetti compresi nella precedente elencazione. Pertanto, è possibile costituire una società e fruire dei benefici se i componenti sono, ad esempio, due soggetti under 35 e un over 35 occupato se il 50%+1 della società è di proprietà dei soggetti under 35 e l’amministratore rispetta anch’egli una delle condizioni soggettive per l’accesso ai benefici.

Le percentuali di aiuto

Il discrimine fra Mezzogiorno e Centro-Nord non sta solo nelle risorse complessivamente fruibili; anche le percentuali di aiuto variano sensibilmente. Per il Centro-Nord è richiedibile alternativamente:

  • un voucher per l’acquisto di beni, strumenti e servizi per l’avvio delle attività per un importo massimo di trentamila euro che sale a quarantamila per beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico, e a cinquantamila per gli investimenti nelle regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e 2016;
  • un contributo a fondo perduto fino al 65% per investimenti di valore non superiore a centoventimila euro;
  • un contributo a fondo perduto fino al 60% per investimenti di valore compreso fra i centoventimila e i duecentomila euro.

 

Al Sud e nelle aree dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 o del 2016 le misure di cui sopra diventano:

  • un voucher per l’acquisto di beni, strumenti e servizi per l’avvio delle attività per un importo massimo di quarantamila euro che sale a cinquantamila nel solo Mezzogiorno per beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni diretti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico;
  • un contributo a fondo perduto fino al 75% per investimenti di valore non superiore a centoventimila euro;
  • un contributo a fondo perduto fino al 70% per investimenti di valore compreso fra i centoventimila e i duecentomila euro.

 

In ogni caso, gli incentivi sono riconosciuti a titolo di de minimis. Pertanto, il beneficiario non potrà superare il tetto massimo di aiuto complessivo, sommando a quello in discussione anche gli altri ricevuti al medesimo titolo di de minimis, di trecentomila euro nell’arco di tre anni. L’aiuto è «a fondo perduto» e, quindi, non va in nessun modo restituito allo Stato.

L’erogazione

A curare la gestione degli incentivi saranno le società Sviluppo lavoro Italia Spa e Agenzia per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – Invitalia Spa, cui sono affidate le attività di tutoraggio, la selezione delle domande, l’istruttoria, la concessione ed erogazione degli incentivi. All’Ente nazionale Microcredito, invece, è affidato il coordinamento dell’attività formativa. Tuttavia, le regioni erogheranno i servizi di informazione, orientamento, consulenza e supporto ai destinatari delle misure Autoimpiego Centro-Nord Italia e Resto al Sud 2.0 attraverso i centri per l’impiego e tramite gli sportelli di informazione e assistenza all’autoimpiego.

I termini, i criteri e le modalità di finanziamento delle iniziative saranno individuati con decreto interministeriale da emanare entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione.

Le differenze

È importante sottolineare le differenze fra l’incentivo delineato dal decreto Coesione con la versione tradizionale di Resto al Sud, meccanismo di aiuto gestito altrettanto da Invitalia e disciplinato dall’articolo 1 del Dl 91/17. In quest’ultimo caso, infatti, la misura è destinata a soggetti di età compresa tra i 18 e i 55 anni che, all’atto della presentazione della domanda, siano residenti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia o vi trasferiscano la residenza nei sessanta giorni successivi – 120 per i residenti all’estero – alla comunicazione dell’esito positivo dell’istruttoria. La misura finanzia il 100% delle spese sostenute, entro il limite massimo però di 50mila euro per ogni richiedente fino ad un massimo di quattro. Le imprese individuali, invece, possono accedere ad un finanziamento fino a 60mila euro.

La norma accorda anche un contributo a fondo perduto per le spese ordinarie (no investimenti) nella misura di 15mila euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale e 40mila euro per le società. Le agevolazioni sono concesse con un 50% di contributo a fondo perduto e un 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di garanzia per le Pmi, i cui interessi sono interamente a carico di Invitalia.

Fonte: Il Sole 24ORE

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