Nel caso di cessione di una quota di partecipazione al capitale di una società acquistata per successione ereditaria, per il calcolo della relativa plusvalenza si tiene conto, come costo di acquisto, del valore dichiarato nella dichiarazione di successione presentata per l’applicazione dell’imposta di successione e lo si aumenta del carico fiscale sopportato per l’acquisto mortis causa, sia che si tratti dell’imposta di successione dovuta in Italia, sia che si tratti dell’imposta di successione dovuta a uno Stato diverso dall’Italia.
Lo ha affermato l’agenzia delle Entrate nella risposta all’interpello n. 132 del 12 giugno 2024, nella quale è stato osservato il caso di un de cuius residente in Italia che era proprietario di azioni emesse da una società francese. Pertanto, questa trasmissione ereditaria è stata sottoposta:
– sia all’applicazione dell’imposta di successione francese (pari al 60 per cento del valore dichiarato), in ragione della nazionalità della società emittente;
– sia (in ragione della residenza del defunto) all’applicazione dell’imposta di successione italiana, teoricamente dovuta con l’aliquota dell’8 per cento (stante l’assenza di un rapporto di parentela tra il defunto e il beneficiario) ma di fatto azzerata in conseguenza della detrazione effettuata sottraendo dall’imposta dovuta in Italia quella pagata all’estero.
Infatti, quando si sottopone a imposta di successione italiana un bene che sconta imposta di successione estera, quest’ultima si può sottrarre all’imposta dovuta in Italia per la trasmissione mortis causa di quel bene.
Il contribuente in questione ha dunque avuto assicurazione che anche l’intera imposta dovuta in Francia (eccedente quella dovuta in Italia) è computabile in aumento del valore d’acquisto quanto le azioni in questione saranno vendute e ci sarà da calcolare l’imposta sulla plusvalenza che verrà realizzata.
