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Frodi e agevolazioni, nuovi controlli da Enea

Mappatura degli interventi con verifiche sul luogo per il rispetto dei requisiti

Una stretta ulteriore, in chiave antifrode, ai controlli effettuati nei cantieri che accedono al superbonus in tutte le sue versioni. La bozza di decreto Pnrr, esaminata ieri in Consiglio dei ministri, tocca anche la materia dei lavori privati finanziati attraverso i fondi di ripresa e resilienza.

Il Pnrr ha messo a disposizione della voce che finanzia ecobonus e sismabonus la somma di 13,9 miliardi. Il regolamento che lo istituisce, però, prevedeva già forme di tutela degli interessi finanziari di Bruxelles che andassero a prevenire frodi e casi di corruzione. Da qui è nata la necessità di monitorare, in modo ancora più capillare rispetto a quanto già avviene, l’andamento effettivo delle spese per i lavori. Un’operazione che – per la verità – il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica sta già effettuando e che riporta, nell’ultimo aggiornamento pubblicato sul sito, un elenco di 60.755 interventi, tra condominiali e unifamiliari, già realizzati in tutta Italia e finanziati dal Pnrr.

Proprio il monitoraggio continuo del ministero è una delle misure previste dal decreto. Diventerà, così, un obbligo la pubblicazione dell’elenco delle asseverazioni rendicontate di superbonus, comprensive del codice univoco identificativo (codice Asid) attribuito dal portale informatico dell’Enea, e del Codice unico di progetto (Cup). Si tratta di un meccanismo di tracciamento che serve a dare maggiore visibilità alle modalità di spesa dei fondi, arrivando al dettaglio dei singoli lavori (senza indicare i codici fiscali dei cittadini, per ragioni di privacy).

L’altro strumento punta a rafforzare i controlli già svolti da Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Il decreto Asseverazioni di agosto 2020, infatti, già prevede l’effettuazione di controlli a campione sulle asseverazioni presentate: devono essere pari almeno al 5% dei documenti inviati ogni anno. Una quota di queste verifiche (pari almeno al 10%) deve passare da un controllo documentale e da un controllo sul luogo, in cantiere.

In base alla bozza di decreto, che adotta una formulazione ampia, quegli stessi controlli potrebbero essere utilizzati per verificare che le risorse stanziate siano state effettivamente destinate al miglioramento dell’efficienza energetica, sulla base delle richieste che arriveranno anche da altri organismi di controllo, italiani ed europei. Un meccanismo che integra quanto già previsto per i controlli del Fisco (si veda anche «Il Sole 24 Ore» di domenica).

Ad esempio, nel piano di attività e organizzazione delle Entrate è prevista la crescita della percentuale del valore delle opzioni per cessione e sconto in fattura controllate sul totale del valore delle comunicazioni ricevute nell’anno, passando nel triennio dall’82 all’85 per cento. Inoltre, si punta ad aumentare il numero degli indicatori di rischio in grado di segnalare se la compensazione in atto riguardi dei crediti fittizi, con l’obiettivo di salire dai 9 attuali fino ai 15 del 2026.

 

Fonte: Il Sole 24ORE

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