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Terzo settore, corsa ai fondi per i progetti delle reti

Disponibili risorse per 22,7 milioni. Linea di finanziamento a parte per i progetti di intelligenza artificiale

In arrivo i fondi per reti del terzo settore. Come reso noto dall’avviso 2/2024 del ministero del Lavoro, sono 22,7 milioni le risorse destinate al Terzo settore per fruire delle quali è disponibile il decreto direttoriale 189. Le istanze per accedere al fondo stanziato dall’articolo 72 del Dlgs 117/2017 (Codice del Terzo settore o Cts), per sostenere progetti a rilevanza nazionale, potranno essere presentate dal prossimo 23 settembre. Un appuntamento atteso ogni anno dal Terzo settore e che registra, anche questa volta, un aumento delle provvigioni rispetto all’edizione precedente. Le risorse saranno destinate a sostenere iniziative degli enti del Terzo settore (Ets) nell’ambito delle attività di interesse generale (articolo 5 del Cts), secondo gli obiettivi e aree di intervento dell’agenda 2030. Vale a dire, ad esempio, sviluppo del volontariato e cittadinanza attiva, promozione della legalità e inclusione sociale. Le iniziative dovranno prevedere l’attivazione di interventi sul territorio, potendo estrinsecarsi sia in attività progettuali sia nello svolgimento di programmi di ordinaria attività statutaria. Con la specifica che non configura un effettivo intervento la mera diffusione di informazioni o messa a disposizione di documentazione attraverso campagne radiofoniche o televisive o attraverso un sito internet.

Attenzione, tuttavia, perché tali attività non potranno riguardare l’Intelligenza artificiale (Ia). Seppure quest’ultima sia espressamente ricompresa tra le aree prioritarie di intervento per il 2024, alla stessa il ministero ha destinato un’ulteriore linea di finanziamento. Si tratta di 2,5 milioni previsti sempre a valere sul fondo ex articolo 72 del Cts, che si aggiungono ai 22 milioni già stanziati per gli Ets. Stanziamenti, quelli destinati all’Ia, sicuramente di importo non rilevante rispetto alla platea dei beneficiari ma che consentiranno agli enti di sperimentare un nuovo ambito d’intervento. Per conoscere modalità e termini occorrerà in ogni caso attendere l’adozione di un apposito avviso, attualmente in corso di pubblicazione.

Altro tema riguarda poi l’ambito soggettivo. Espressamente ammessi sono le associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato – anche tramite le proprie reti – nonché le fondazioni Ets e, in via transitoria, quelle Onlus. Oltre alla qualifica, sarà importante prestare attenzione ai requisiti maggiormente valorizzati in termini di punteggi. I principali riguardano l’esperienza maturata dall’ente capofila nel triennio 2021-2023 e la valenza nazionale dell’iniziativa proposta. La prima dovrà essere attestata sulla base dei contributi concessi per progetti da enti pubblici e/o privati nel citato triennio. La seconda, invece, è determinata sulla base del numero delle regioni in cui verranno realizzate le attività.

Fonte: Il Sole24ORE

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