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Commercialisti, l’equo compenso entra nel Codice deontologico

Bozza in consultazione fino al 10 marzo. Approvazione a fine mese

Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili ha pubblicato ieri in consultazione la bozza del nuovo Codice deontologico, introducendo le norme sull’equo compenso, come richiesto dalla legge 49 del 2023. Nel nuovo Codice entrano anche norme per evitare l’utilizzo improprio dei mezzi di comunicazione e dei social a discapito degli altri colleghi e della categoria in generale.

Il nuovo Codice è sempre composta da 45 articoli ed entrerà in vigore dieci giorni dopo la sua approvazione da parte del Consiglio nazionale . Ordini professionali e singoli commercialisti hanno tempo fino al 10 marzo per proporre eventuali integrazioni e/o correzioni (si veda l’informativa 22 pubblicata ieri) scrivendo a: consultazionecodicedeontologico2024@commercialisti.it.

«Il nostro obiettivo, spiega Pasquale Mazza, consigliere del Consiglio nazionale con delega ai compensi e alla deontologia – è quello di approvarlo entro fine marzo».

L’equo compenso viene regolamentato con l’articolo 25, nel primo comma viene fatto esplicito riferimento alla legge 49 istitutiva dell’equo compenso – che interessa le grandi imprese, le banche, le assicurazioni e la pubblica amministrazione – per la determinazione tra le parti di un compenso giusto, equo, proporzionato alla prestazione e determinato in applicazione dei parametri. Il comma 2 elenca gli aspetti da considerare perché il compenso sia equo, che sono: il valore e la natura della pratica, la sua complessità, le condizioni di urgenza, i vantaggi anche non economici conseguiti dal cliente, l’impegno necessario, il pregio dell’opera prestata e i parametri.

Questo articolo segue l’articolo 24, che riguarda in generale il compenso del professionista , dove al comma 4 viene esplicitato che il compenso in nessun caso deve essere manifestamente sproporzionato in eccesso o in difetto. «Con questi due articoli – spiega Mazza– abbiamo voluto fornire ai colleghi e ai consigli di disciplina delle linee guida per quantificare compensi adeguati dato che attualmente i parametri di riferimento non sono né esaustivi né aggiornati».

I parametri dei commercialisti sono, infatti, fermi a 2012, anno in cui molte attività svolte oggi dalla categoria non esistevano, si pensi ad esempio alle varie certificazioni. «Il Consiglio nazionale già nel marzo 2023 ha predisposte i nuovi parametri – sottolinea Mazza – ma al momento sono ancora fermi al ministero della Giustizia, un problema se si considera anche il fatto che si avvicina la stagione dei rinnovi degli incarichi dei collegi sindacali», sui cui compensi si è molto discusso (anche su queste pagine) lo scorso anno.

«L’altra questione sostanziale su cui interviene il nuovo Codice deontologico – conclude Mazza – sono gli interventi, negli articoli 6,11,14, 28, 29 2 39, fatti per tamponare comunicazioni sopra le righe nei confronti dei colleghi e dei rappresentanti della categoria».

Da segnalare anche l’articolo 31 sui rapporti con i collaboratori, che vieta di rendere possibile a soggetti abusivi, non abilitati o sospesi l’esercizio della professione.

 

Fonte: Il Sole 24ORE

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