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Fisco, 10 anni di rate per tutti e stop ai crediti inesigibili

Con il decreto attuativo della riforma meno vincoli per le dilazioni in 120 mensilità. Più semplice la cancellazione degli importi non recuperabili. Addio progressivo a ruoli e cartelle.

La riscossione punta ad abbattere la montagna dell’arretrato da 1.206,6 miliardi di euro, a velocizzare le procedure di incasso sui crediti ancora recuperabili e ad ampliare il più possibile la rateizzazione lunga fino a 10 anni svincolando la grave situazione di difficoltà a ragioni estranee alla responsabilità del debitore e alla congiuntura economica. Il lavoro di messa a punto del decreto attuativo della delega fiscale sulla riscossione è dunque alle battute finali tanto che il suo arrivo imminente è stato annunciato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo nel corso di Telefisco.

L’attuazione di questo capitolo strategica della “riforma Leo” è dunque chiamata a fare i conti con un magazzino di crediti non riscossi cresciuto ulteriormente nonostante lo stralcio delle mini cartelle e la quarta edizione della rottamazione (le cui prime due rate hanno già incassato complessivamente 6,8 miliardi di euro). Anche per questo serve un perimetro mirato di crediti su cui focalizzare maggiormente l’attenzione e le azioni di recupero.

Di conseguenza, come indicato già nel testo della delega, gli importi non riscossi verranno automaticamente discaricati entro cinque anni da quello di affidamento delle somme da parte degli enti creditori. Una regola con delle eccezioni. Perché da questa “restituzione” dei crediti saranno esclusi i carichi per cui è sospesa la riscossione o sono ancora pendenti procedure esecutive o concorsuali (il contatore dei cinque anni farà riferimento in questi casi alla cessazione della sospensione o alla conclusione della procedura).

Altra eccezione dall’automatismo sono rappresentate dalle facilitazioni per la crisi d’impresa: accordi di ristrutturazione, transazioni fiscali o previdenziali o ancora dilazioni di pagamento (anche in questo anno poi il calendario del discarico farà riferimento al quinto anno dalla fine del beneficio).

La parte più delicata del processo riguarda la possibilità per l’ente creditore, dopo essersi visto restituire l’importo non riscosso, di affidarlo a un nuovo soggetto ma solo in presenza di dettagli reddituali e patrimoniali nuovi. Con un’attenzione anche al contribuente che dovrà essere informato con un avviso di intimazione dal nuovo soggetto incaricato della riscossione.

Per i contribuenti, il punto forte dell’attuazione sarà la possibilità di estendere il campo della rateazione massima in 10 anni (quella ordinaria attualmente arriva a un massimo di 72 rate, ossia 6 anni). Anche perché i numeri parlano chiaro visto che il 50% dei pagamenti delle cartelle arriva dalle rate. Di fatto, il decreto delegato dovrà sganciare la comprovata e grave difficoltà da motivi estranei alla responsabilità del debitore e dalla congiuntura economica, ampliando così le motivazioni alla base di un piano di rateazione extra large.

A questo si dovrebbero accompagnare altre semplificazioni come lo stop alla necessità di verificare l’impossibilità di pagare secondo il piano ordinario e l’addio alla valutazione della solvibilità in base all’arco della dilazione. Il lavoro di messa a punto finale del testo in vista del Consiglio dei ministri dovrà poi disciplinare se e come far confluire il regime della della dilazione estesa in quella ordinaria, mantenendo i requisiti che dovranno essere fissati da un Dm per accedere al piano fino a dieci anni.

Nella direzione di rendere più efficiente la riscossione è destinata ad andare anche di portare da uno a tre anni l’efficacia della cartella di pagamento, in modo da rendere più tempestive le azioni di recupero. Ma l’orizzonte è quello di mandare progressivamente in soffitta il ruolo e la cartella per far guadagnare terreno all’accertamento esecutivo.

Un passaggio che dovrà fare molta attenzione agli atti che potranno poi far scattare le azioni cautelari ed esecutive e a dettagliare come avverrà poi l’affidamento del carico. Partita che giocoforza poi si trascinerà anche nella fase successiva dei regolamenti.

Fonte: Il Sole 24ORE

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