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Dalle start up l’intelligenza artificiale per avvocati e commercialisti

Start up e piattaforme per servizi basati sull’intelligenza artificiale sono pronte ad affiancare il lavoro di avvocati e commercialisti. Si amplia l’offerta di nuove tecnologie a disposizione di questi professionisti per un mercato che comincia a popolarsi anche di realtà italiane.

Per gli avvocati

All’inizio i principali attori in gioco erano Luminance e Harvey, ma ora il panorama si sta caratterizzando con nuovi protagonisti. A cominciare da Lexroom.ai, una start up con sede a Milano, nata per semplificare la ricerca legale che ha appena annunciato la chiusura di un pre-seed round da 500mila euro.

L’obiettivo di questa piattaforma, ideata da Martina Domenicali, Andrea Lonza e Paolo Fois, è affrontare la ricerca legale ponendo quesiti giuridici in un linguaggio naturale. Lexroom.ai è in grado di rispondere agli avvocati con una prima bozza di parere e, soprattutto, con la citazione delle fonti giuridiche utilizzate.

Grazie a questo sistema, calcolano i fondatori, si potrebbe risparmiare oltre il 70% di tempo rispetto a una ricerca tradizionale. Alla sua nascita Lexroom.ai ha stretto una co-design partnership con lo studio Gianni & Origoni: «Il sistema permette di formulare i quesiti in maniera colloquiale – spiega uno dei co-founder, Paolo Fois–- come se si stesse parlando con un collega.

Quindi fornisce una prima bozza con le fonti a cui si è ispirato, fonti aggiornate perché stiamo sviluppando le connessioni con i regolatori in modo che in automatico vengano aggiunte le novità». L’algoritmo è stato istruito per non uscire dal perimetro imposto quindi non si rischiano le cosiddette allucinazioni, ovvero risposte non vere, che l’Ai fornisce per “soddisfare” comunque la richiesta dell’interlocutore.

La piattaforma può essere personalizzata in base alle specializzazioni del legale e riceve aggiornamenti anche dalle istituzioni internazionali. Il servizio al momento ha costi affrontabili da studi legali medio grandi, ma è presumibile che nel giro di un paio d’anni sarà accessibile anche per singoli professionisti.

Aptus.Ai è un’altra giovane realtà di questo settore che ha raccolto finanziamenti per oltre quattro milioni di euro. Fondata a Pisa da Andrea Tesei e Lorenzo De Mattei, è capace applicando l’intelligenza artificiale di trasformare qualsiasi documento legale in una versione machine readable interattiva. «In questo modo – spiega Andrea Tesei, ceo della società – il documento può essere poi utilizzato da un’ulteriore Ai sulla base dei suoi input e domande, e può dare risposte sicuramente attinenti a quanto scritto nella norma. Si passa da un documento piatto a uno interattivo».

Il sistema è aggiornato in automatico con tutti i provvedimenti normativi che vengono approvati e con quelli in corso di emanazione. Quindi fornisce una prima analisi e un quadro del processo legislativo.

Aptus.Ai guarda non solo a tutti i professionisti legali ma anche a istituzioni finanziarie e assicurazioni, perché nel suo monitorare le norme può verificare quali siano gli impatti delle novità legislative sui business di riferimento e sulle policy interne.

Per i commercialisti

È in arrivo tra fine febbraio e i primi di marzo una web application sul sito Partitaiva.ai con un’area riservata da cui sarà possibile scaricare delle chat addestrate in grado di realizzare una serie di servizi. «Sono chat – spiega uno degli ideatori della piattaforma, il commercialista Giovanni Emmi – che fanno riferimento al sistema di OpenAi, ossia a ChatGpt. per cui ci si rivolgerà loro in una modalità di conversazione, per consulenze dedicate ai commercialisti e alle imprese. Possono essere adattate a specifiche esigenze.

Il nostro obiettivo è far diventare normale l’utilizzo di questi strumenti». Grazie all’Ai generativa sarà possibile produrre documenti semi-lavorati come un business plan, un’analisi economica o finanziaria con costi non ingenti.

Fonte: Il Sole 24Ore

 

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