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Incremento da semplificare per la deduzione al 120%

Nuovo incentivo, ma rischio limitazioni: calcolo variazione occupazionale e fine bonus per assunzioni under 36.

Per premiare i datori di lavoro che nel 2024 incrementano l’occupazione stabile attraverso il ricorso a contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato il collegato fiscale alla manovra di bilancio 2024 ha introdotto la maxi deduzione del 120 per cento. Contestualmente, dopo il 31 dicembre non è più utilizzabile l’esonero contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori under 36 che non sono mai stati stabilmente occupati.

La nuova misura agevolativa è contenuta nell’articolo 4 del decreto legislativo 216/2023 e consiste nel riconoscimento di un’ulteriore deduzione del 20% (che si aggiunge a quella ordinaria del 100%), dal reddito Irpef o Ires, del costo relativo all’incremento occupazionale realizzato nel 2024 rispetto al valore medio del 2023. In caso di assunzione di lavoratori svantaggiati elencati nell’allegato 1 del Dlgs, l’abbattimento del reddito sarà più elevato e calcolato con coefficienti di maggiorazione da definire.

L’extra deduzione del 20% richiede, come condizione preliminare, l’incremento del numero dei lavoratori a tempo indeterminato al 31 dicembre 2024 rispetto al valore medio del 2023, determinato al netto delle diminuzioni occupazionali nelle società controllate/collegate o in quelle facenti capo allo stesso soggetto che assume.

Nell’attesa dell’emanando decreto ministeriale attuativo previsto dal comma 6 dell’articolo 4, nonché delle successive istruzioni amministrative, secondo il tenore letterale della norma l’incremento occupazionale dovrà essere verificato a fine anno 2024, e non anche in ogni singolo mese, come invece generalmente previsto per le agevolazioni subordinate all’incremento occupazionale netto di fonte comunitaria.

Dovrà altresì essere specificato se per diminuzioni occupazionali verificatesi nelle altre società del gruppo siano da intendersi, come solitamente avviene, solo quelle causate dal datore di lavoro.

Contestualmente all’introduzione della nuova misura, è cessato al 31 dicembre 2023 l’esonero contributivo del 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro nei limiti di 8.000 euro annui, previsto per massimo 36 mesi (48 nel Sud) dalla legge di Bilancio 2023 per le assunzioni a tempo indeterminato o trasformazione dei rapporti a termine dei lavoratori con meno di 36 anni che non hanno mai avuto un precedente rapporto a tempo indeterminato. Rimane, invece, in vigore la misura strutturale prevista dall’articolo 1, commi 100-105 e 107 della legge 205/2017 che riconosce per 36 mesi un esonero del 50% della contribuzione datoriale, nel limite massimo annuo di euro 3.000, per trasformazioni e assunzioni a tempo indeterminato di giovani con meno di 30 anni mai occupati in modo stabile.

Sebbene le due misure abbiano in comune le assunzioni a tempo indeterminato, la ratio ispiratrice è profondamente diversa, in quanto mentre l’esonero under 36 punta a far assumere stabilmente giovani che non abbiano mai avuto un impiego a tempo indeterminato, l’extra deduzione del 20% ha l’obiettivo di incrementare l’occupazione stabile del 2024 rispetto a quella media del 2023. Inoltre la nuova misura, riservata agli imprenditori e ai professionisti, sembrerebbe essere preclusa ai soggetti privi di almeno 365 giorni di attività nel 2023.

Affinchè la nuova agevolazione sia effettivamente applicabile, e quindi consenta di incrementare l’occupazione stabile, si auspica che il decreto attuativo e le eventuali istruzioni dell’amministrazione finanziaria semplifichino al massimo le modalità di calcolo dell’incremento occupazionale, che risulta in genere così complesso nonché rischioso in fase di accertamento, da disincentivare il datore di lavoro all’utilizzo dell’agevolazione.

Fonte: Il Sole 24ORE

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