Cerca
Close this search box.

Concordato preventivo biennale al test della convenienza

Atteso il parere delle Camere e il via libera in Cdm del Dlgs sull’accertamento. Quando conviene accettare il patto con il Fisco?

Dopo la modifica delle tempistiche di proposta e adesione, lo schema di decreto sull’accertamento contenente la disciplina del concordato preventivo biennale è atteso all’ok definitivo in Consiglio dei ministri.

Il punto nodale consiste nei margini di convenienza per il contribuente, tali da giustificare l’accettazione del “patto” offerto dal Fisco. Allo scopo, proviamo a ipotizzare tre contribuenti, A, B e C, tutti dotati dei requisiti utili a concretizzare la proposta (voto Isa 2023 almeno pari a otto ecc.) e con il medesimo reddito dichiarato, ma con una differente possibilità/propensione a nascondere una parte del proprio reddito al Fisco. In particolare A dichiara integralmente e correttamente il proprio reddito, B riesce a celarne il 20%, C il 40% (per semplificare supponiamo che il “nero” sia rappresentato integralmente da ricavi non dichiarati). Ipotizziamo anche che a tutti e tre giunga la medesima proposta e che consista in un incremento del reddito dichiarato nel 2023 pari al 20% (è abbastanza scontato che l’operazione si baserà su proposte al rialzo rispetto al dichiarato). Tutti e tre i nostri soggetti non prevedono mutamenti nel proprio reddito o, almeno, non hanno informazioni sufficienti per una previsione attendibile (sarebbe, infatti, abbastanza semplice ragionare su situazioni di decisi incrementi o decrementi pressoché certi). Quale potrebbe essere il comportamento di questi tre soggetti di fronte alla proposta dell’Amministrazione finanziaria?

Ci sembra che il contribuente A abbia ben poche motivazioni per una accettazione: dovrebbe versare le imposte su un reddito (e un valore aggiunto di produzione ai fini Irap) superiore a quello che, in base alle previsioni, produrrà effettivamente, a fronte di nessuna semplificazione contabile/dichiarativa e di un rischio accertamento già piuttosto modesto (voto Isa pari o superiore a otto) e, comunque, privo di un reale «effetto timore» (essendo la posizione fiscale corretta). Non pare che i benefici del “premiale” Isa (riconosciuti per default a chi aderisce al concordato) possano modificare la conclusione, anche perché, parzialmente o totalmente, il risultato Isa dovrebbe già assicurarli anche in assenza dell’accettazione.

Diversa è la posizione del contribuente B. Il 20% di reddito non dichiarato è esattamente quanto richiesto dalla proposta concordataria, ma il pensiero potrebbe essere: se fino ad ora non ci sono stati problemi perché non continuare così? L’intensificazione dei controlli “promessa” a chi non aderisce può effettivamente costituire un deterrente, ma solo in una situazione di altissima adesione, situazione che – almeno all’inizio – non sembra estremamente probabile e potrà essere verificata solo a consuntivo. È possibile, comunque, che ci sia in parte l’«effetto novità» già conosciuto nei primi anni degli studi di settore, anche se non va dimenticato che anche B – con voto Isa pari almeno ad 8 – è un soggetto “credibile” quanto a dati fiscali dichiarati. Su semplificazioni e premialità si possono confermare gli stessi ragionamenti del contribuente A.

Infine, con riferimento al contribuente C lo “scambio” potrebbe essere tra accettazione della proposta (con dimezzamento del “nero”) e mettersi al sicuro da accertamenti maggiormente probabili e dagli esiti rilevanti, anche in considerazione del fatto che, se il non dichiarato effettivamente scende al 20%, non si supera la soglia del 30% tale da far decadere retroattivamente il concordato. Accettando la proposta, il voto Isa non può che migliorare e, tra i benefici dell’adesione, la riduzione dei termini di accertamento sarà tra i più graditi.

Certo, si tratta di indicazioni del tutto preliminari e basate su ipotesi semplificate, così come semplificata è l’alea circa la possibilità e le risultanze di eventuali accertamenti. Tuttavia, l’esercizio che i contribuenti saranno chiamati a fare la prossima estate non sarà molto diverso da quello qui sintetizzato.

Fonte: Il Sole 24ORE

Condividi questo articolo

Notizie correlate

Desideri maggiori informazioni su bandi, finanziamenti e incentivi per la tua attività?

Parla con un esperto LHEVO

business accelerator