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Confermato l’addio all’Ace. Si salvano le deduzioni pregresse non utilizzate

Dal 2024 eliminata l'Ace. Per mantenere il beneficio 2023, distribuzioni di riserve da deliberare nel 2024.

Dal 2024 sarà eliminata l’agevolazione alla capitalizzazione delle imprese (Ace). La versione definitiva del decreto legislativo sul primo modulo di riforma dell’Irpef, che verrà approvata dal Consiglio dei ministri del 18 dicembre, conferma la sua integrale cancellazione, salvando solamente le deduzioni pregresse non utilizzate per carenza di imponibile nella prossima dichiarazione dei redditi. Stop fino al 31 dicembre prossimo alle distribuzioni di riserve, se si intende mantenere l’agevolazione per quest’ultimo esercizio.

L’articolo 5 del decreto legislativo contenente il primo modulo di riforma della tassazione del reddito prevede l’abrogazione dell’articolo 1 del Dl 201/2011, che disciplina l’agevolazione concessa alle imprese che aumentano il patrimonio netto mediante accantonamento di utili a riserva e conferimento in denaro dei soci. Il testo del decreto che viene portato in approvazione definitiva dopo il parere delle commissioni Finanze di Camera e Senato è rimasto immutato rispetto allo schema già circolato.

Così l’Ace viene eliminata con decorrenza dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, prevedendo solamente, per evitare un sostanziale effetto retroattivo della disposizione, che saranno riportabili in avanti le eventuali eccedenze di deduzione rispetto al reddito complessivo netto del periodo di imposta 2023.

L’importo che potrà essere portato a riduzione del reddito dell’esercizio 2024 e dei successivi è costituito dalle deduzioni (maturate nell’esercizio 2023, nonché negli anni precedenti e riportate a tale esercizio) che, nella dichiarazione Redditi 2024, non risulteranno assorbite dal reddito del contribuente (in quanto in perdita fiscale o per incapienza di importo) e neppure trasferite al consolidato fiscale o convertite in credito Irap.

Ad esempio, si consideri una Srl la cui base Ace stratificata fino a tutto il 31 dicembre 2023 è pari, al netto di riduzioni e sterilizzazioni, a 10 milioni di euro; tale società non ha deduzioni inutilizzate da periodi di imposta precedenti. La deduzione Ace spettante per l’esercizio 2023 sarà di 130 mila euro (pari a 10.000.000 x 1,3%). La società, nel quadro RN della dichiarazione 2024, evidenzia un reddito netto di 90 mila euro, interamente azzerato dall’Ace, con una eccedenza di deduzione inutilizzata di 40 mila euro. Quest’ultimo importo, nonostante l’abrogazione della norma, potrà essere portato a riduzione dell’imponibile Ires del 2024 (modello Redditi 2025) e, in caso di ulteriore incapienza, di quello degli esercizi successivi.

Con l’eliminazione dell’Ace, viene meno dal 2024 l’onere fiscale implicito che deriva alle società dalla distribuzione ai soci dell’utile o delle riserve, come pure dall’impiego della liquidità in accumulata in investimenti finanziari non partecipativi (titoli e strumenti assimilati) il cui importo, per l’incremento di valore rispetto al saldo del 2010, riduceva la base di calcolo dell’incentivo.

Per sfruttare al meglio l’ultimo anno di Ace, le imprese, se prevedono di distribuire somme ai soci, dovranno rinviare la delibera assembleare all’inizio del prossimo esercizio, quando la riduzione di patrimonio non avrà più alcuna conseguenza in termini di quantificazione del reddito imponibile.

Fonte: Il Sole 24ORE

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