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Frontalieri Italia-Svizzera, dal 2024 soglia di smart working al 25%

Italia e Svizzera siglano accordi per regolare tassazione del telelavoro, considerando vecchio e nuovo accordo fino al 2024.

Italia e Svizzera hanno siglato due accordi amichevoli (validi rispettivamente per il 2023 e per il 2024) per disciplinare il trattamento fiscale del telelavoro (o remote working) dei lavoratori frontalieri svizzeri, sia in prospettiva dell’entrata in vigore del nuovo accordo siglato il 23 dicembre 2020 (e applicabile “a regime” dal 1° gennaio 2024), sia, in via transitoria, per quelli che ricadono ancora sotto il vecchio accordo (in vigore fino al 31 dicembre 2023). A riportarlo è stato il ministero dell’Economia con un comunicato del 28 novembre 2023.

L’emergenza Covid

Ma facciamo un passo indietro. In tempo di pandemia, in data 19 giugno 2020, i due Stati avevano già stipulato un accordo amichevole in forza del quale lo status di frontaliere svizzero era comunque preservato per il lavoratore italiano impiegato in smart working, in deroga dunque al principio generale secondo cui, per essere considerato frontaliere, il lavoratore deve recarsi in Svizzera quotidianamente. La scadenza dell’accordo, prevista per il 31 gennaio 2023 e non oggetto di rinnovo, avrebbe comportato il ritorno all’applicazione delle ordinarie disposizioni previste dalla convenzione contro le doppie imposizioni; interpretazione confermata dall’agenzia delle Entrate nella risposta n. 171 del 26 gennaio 2023, ma indicata come superata nella successiva circolare 25/E/2023 sulla fiscalità dello smart working, alla luce delle intervenute modifiche normative con portata retroattiva.

La soglia fino al 31 dicembre 2023

In sede di ratifica del nuovo accordo tra frontalieri del 23 dicembre 2020, il legislatore è infatti intervenuto a favore della proroga del regime transitorio “emergenziale”: in dettaglio, l’ articolo 12 della legge 83/2023 prevede che, in attesa dell’entrata in vigore del nuovo accordo, i giorni di lavoro svolti in modalità di telelavoro in Italia, fino al 40% del tempo di lavoro, si considerano comunque svolti in Svizzera (e, dunque, sono validi ai fini dello status di frontaliere). La validità della norma, inizialmente prevista fino al 30 giugno 2023, è stata successivamente estesa fino al termine dell’accordo stesso, dunque fino al 31 dicembre 2023, ma all’ulteriore condizione che si tratti di lavoratori frontalieri già impiegati in modalità di telelavoro alla data del 31 marzo 2022: data che sembrerebbe relazionarsi con il termine dello stato emergenziale per motivi sanitari.

Intervento sistematico

In questo quadro articolato, i due nuovi accordi amichevoli siglati lo scorso 28 novembre intervengono nuovamente – ma questa volta in via più sistematica – sul telelavoro dei frontalieri svizzeri: oltre a “recepire” il periodo transitorio introdotto dalla norma nazionale per i frontalieri “in corso”, vale a dire già interessati dal vecchio accordo 1974, è prevista l’estensione a regime della pratica dello smart working, – in prospettiva dell’applicazione del nuovo accordo 2020 (come detto dal 2024) – in quanto ormai diffusa, al di là della contingenza pandemica; e ciò in linea con l’impegno assunto dai due Stati, nel punto 3 del protocollo dell’accordo, di consultarsi periodicamente in relazione al potenziale sviluppo del telelavoro.

Il nuovo tetto massimo

In maggiore dettaglio, con il secondo documento, recependo la dichiarazione di intenti firmata il 10 novembre dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e della consigliera svizzera Keller-Sutter, Italia e Svizzera si accordano per siglare un protocollo di modifica del nuovo accordo tra i due Paesi, che introduce la possibilità di svolgere il telelavoro fino al massimo del 25% dell’orario di lavoro, senza che ciò pregiudichi lo status di frontaliero. La modifica peraltro va a vantaggio di tutti i lavoratori, inclusi quelli che beneficiano del regime transitorio (articolo 9 del nuovo accordo), secondo cui, in deroga al nuovo principio di tassazione concorrente, per i lavoratori frontalieri residenti in Italia che al 17 luglio svolgono (o che tra il 31 dicembre 2018 e il 17 luglio 2023 hanno svolto) un’attività di lavoro dipendente nell’area di frontiera, i redditi sono imponibili soltanto in Svizzera, come previsto dal vecchio accordo. Infine, l’accordo amichevole appena firmato ha il vantaggio di anticipare l’applicazione della nuova disciplina già dal 1° gennaio 2024, in attesa che il protocollo di modifica, la cui firma è prevista entro il 31 maggio 2024, sia ratificato dai due Paesi.

Fonte: Il Sole 24ORE

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