Partiranno il 30 novembre i 24 mesi concessi al Governo per fare la riforma degli incentivi. Limitazione del click day e coordinamento con gli interventi regionali per evitare sovrapposizioni sembrano gli spunti più innovativi. Sarà introdotto anche il Codice degli incentivi, chiamato a definire i contenuti minimi dei bandi, aggiornare i procedimenti amministrativi, rafforzare la valutazione dell’efficacia degli interventi e definire le possibilità di cumulo. Definiti, inoltre, i temi su cui concedere le agevolazioni. Il tutto compare nella legge 160, 27 ottobre 2023, pubblicata in Gazzetta Ufficiale 267 del 15 novembre.
Fine dei bandi lampo
La programmazione degli incentivi dovrà favorire la compartecipazione finanziaria delle regioni e il coordinamento e l’integrazione con gli interventi regionali, di modo che i sistemi incentivanti siano complementari e non sovrapposti, coprendo così il massimo delle possibilità di incentivazione.
Curioso il passaggio che i bandi non dovranno chiudersi in poche ore; per evitarlo, la soluzione identificata è ridurre le procedure tramite click day, non che si promuovano bandi con pochi fondi.
Cumulo sempre specificato
Con il Codice degli incentivi sono definiti i contenuti minimi dei bandi e le direttive per l’attivazione delle misure di incentivazione alle imprese. Sono identificati i motivi generali di esclusione delle imprese, l’individuazione della base giuridica di riferimento, i profili procedurali per l’accesso e il mantenimento delle agevolazioni e l’individuazione degli oneri a carico delle imprese.
Un passaggio importante è relativo al fatto che nei bandi dovrà essere esplicitata la disciplina del cumulo delle agevolazioni nel rispetto dei massimali fissati dalla normativa europea.
Viene previsto il coinvolgimento delle associazioni di categoria per promuovere azioni di informazione sull’offerta di incentivi e di accompagnamento all’accesso agli stessi da parte del numero più ampio possibile di imprese.
Gli ambiti
Investimenti, ricerca e sviluppo, lavoro, occupazione, riqualificazione professionale, formazione, innovazione e sostenibilità ambientale sono i filoni sui quali focalizzare le risorse. Un’attenzione speciale dovrà essere rivolta agli ambiti strategici come efficientamento energetico, transizione ecologica, transizione digitale e innovazione tecnologica.
A questi temi di sviluppo delle imprese, si affiancano quelli relativi all’accesso al credito, al rafforzamento patrimoniale e allo stimolo della crescita dimensionale delle imprese.
Fonte: Il Sole 24ORE