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Al Terzo settore in dote 22 milioni per progetti con rilevanza nazionale

Nel Terzo settore sono in arrivo 22 milioni di euro per il 2023 destinati a iniziative e progetti a rilevanza nazionale.

Nel Terzo settore sono in arrivo 22 milioni di euro per il 2023 destinati a iniziative e progetti a rilevanza nazionale. Con il decreto direttoriale 190, pubblicato lo scorso 21 settembre, il ministero del Lavoro fornisce indicazioni su termini e modalità di assegnazione del finanziamento delle attività a rilevanza nazionale secondo quanto disposto dall’articolo 72 del Dlgs 117/2017 (Codice del Terzo settore o “Cts”).

A livello soggettivo, gli enti beneficiari delle risorse sono organizzazioni di volontariato (Odv), associazioni di promozione sociale (Aps), anche tramite le reti, e Fondazioni del Terzo settore iscritte nel registro nazionale. Sono ammesse al contributo anche le Fondazioni Onlus iscritte nella relativa Anagrafe, in quanto Ets in via transitoria.

La qualifica di Odv/Aps o di ente del Terzo settore (Ets) deve sussistere alla data di presentazione della domanda e mantenersi fino al completamento delle attività realizzate, pena la perdita del beneficio. L’obbligo della veste di Ets (nonché Odv/Aps) vale sia per l’ente capofila, sia per gli eventuali partner.

Anche questa volta il Ministero incentiva il partenariato tra gli enti per la realizzazione delle attività finanziate. Con l’importante specifica che al partenariato è assimilata (e premiata) la fattispecie del vincolo esistente tra Reti associative e i propri enti associati/aderenti. Tanto è vero che, come specificato dall’Avviso, il punteggio ai fini della concessione del contributo aumenta a seconda dell’ampiezza del partenariato e dunque, nel caso delle Reti, a seconda di quante Odv/Aps aderenti saranno coinvolte. Il punteggio aumenta anche se le attività sono svolte, a titolo gratuito, mediante collaborazioni con enti pubblici o privati, anche diversi dagli Ets. Tali collaboratori non potranno ovviamente essere destinatari dei finanziamenti, ma potranno partecipare e dare il proprio contributo anche mediante apporti monetari per la realizzazione delle attività.

Circa la diffusione territoriale richiesta agli enti proponenti in almeno 10 regioni (o province autonome), occorrerà capire come in concreto tale requisito verrà verificato. Stando al tenore dell’Avviso tale requisito sembrerebbe intendersi come capacità per l’ente di realizzare le iniziative in via capillare nel territorio, senza la necessità di sedi operative. Ma su questo attendiamo chiarimenti.

Un aspetto interessante riguarda, poi, l’ambito oggettivo. Rientrano nel finanziamento ministeriale sia le attività progettuali in senso stretto, sia i programmi rientranti nell’ordinaria attività statutaria degli enti. Con riguardo alle tempistiche, gli enti potranno presentare le domande a partire dal 16 ottobre prossimo e fino al 6 novembre 2023 tramite l’apposita piattaforma che sarà accessibile dal sito del Ministero (https://servizi.lavoro.gov.it ).

Sotto il profilo economico, invece, agli enti ammessi verranno assegnate risorse di ammontare non inferiori a 250mila e non superiori a 600mila euro per ciascuna iniziativa o progetto. La quota di finanziamento, a pena di inammissibilità, non potrà superare, l’80% o il 50% del costo totale dell’iniziativa ove lo stesso provenga, rispettivamente, da Odv/Aps (anche in partenariato tra loro) o da Fondazioni del Terzo settore. Ciò significa, in sostanza, che il restante 20% – o 50% se l’ente è Fondazione Ets – è a carico del proponente. Quest’ultimo potrà a ben vedere avvalersi anche di risorse da terzi, fermo restando che non sono ammessi apporti in natura ma solo monetari.

Fonte: Il Sole24Ore

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