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Blockchain e asset digitali: si apre la nuova era della finanza

Dopo la carta e la dematerializzazione, ecco l’epoca della tokenizzazione con tutti i big in prima linea: da JPMorgan a Goldman e Kkr è corsa a cogliere le opportunità

Dopo la carta e la dematerializzazione, ecco l’epoca della tokenizzazione con tutti i big in prima linea: da JPMorgan a Goldman e Kkr è corsa a cogliere le opportunità

 

Due anni fa Azimut ha tokenizzato un portafoglio di prestiti alle piccole e medie imprese italiane, quest’anno ha fatto lo stesso con le quote di un fondo di private debt. A luglio Mediobanca ha lanciato quote digitalizzate di un fondo d’investimento distribuito da Che Banca!. La vera sfida adesso è quella della creazione di asset digitali nativi, che esistono solo su blockchain. Benvenuti nella nuova era degli strumenti finanziari: dopo la carta e la dematerializzazione, si sta aprendo l’epoca della tokenizzazione.

I colossi globali si stanno già posizionando. In JpMorgan la piattaforma per asset digitali aveva già processato ad aprile 700 miliardi di dollari in prestiti a breve termine, anche grazie al suo Jpm Coin, il dollaro digitale tokenizzato per le transazioni interne, Goldman Sachs ha lanciato quest’anno una piattaforma simile, mentre Kkr ha iniziato la digitalizzazione di fondi di private equity. Ora anche PayPal si è aggiunta con la sua stablecoin legata al dollaro. In Europa Société Générale ha creato con Forge la sua banca digitale, mentre anche i rivali dell’Agricole sono molto attivi. Un consorzio di Bnp Paribas, Hsbc e Rbc Capital Markets è stato protagonista del bond digitale della Bei che nel 2021 ha inaugurato a livello istituzionale la nuova era in Europa.

 

Attori istituzionali in prima fila

L’Italia non è da meno, anche grazie all’intervento degli attori istituzionali, a partire da Banca d’Italia che ha dedicato proprio alla gestione degli strumenti finanziari con tecnologia a registri distribuiti (Dlt) la seconda call del suo Milano Fintech Hub, dove sono ora partiti 14 progetti. Dal punto di vista normativo l’ordinamento si è adeguato in extremis al percorso europeo del Pilot Regime con la conversione del decreto Fintech, introducendo un regime civilistico per la circolazione e le caratteristiche degli strumenti finanziari digitali, modificando la definizione del Tuf e inserendoli nella Mifid per dare loro piena cittadinanza nel nuovo mondo finanziario.

Tokenizzare un’azione, un bond, una quota di fondo o qualsiasi altro strumento significa crearne una rappresentazione digitale che ne garantisca la gestione, il trasferimento e la gestione dei relativi diritti direttamente su blockchain, e ne sfrutti i benefici derivanti dalla decentralizzazione. L’obiettivo del legislatore nell’ambito del percorso europeo del Pilot Regime è infatti quello di utilizzare la tecnologia Dlt per guadagnare in efficienza nell’emissione e nella gestione di strumenti finanziari definiti, sia in fase di negoziazione che di post negoziazione.

 

Superati limiti e costi dell’intermediazione

«La possibilità di frazionare il diritto di proprietà di un asset finanziario e assicurarne la trasferibilità agli investitori in modo immediato tramite Dlt permetterà di superare i limiti e i costi tipici dell’intermediazione. La tokenizzazione, inoltre, permette di rendere liquidi e trasferibili gli asset illiquidi, consentendo di raggiungere una diversificazione di portafoglio reale, democratica e accessibile a tutti gli investitori con benefici diretti anche ai mercati dei capitali, con ricadute sull’economia reale», sintetizza Giorgio Medda, Ceo di Azimut Holding.

«Le peculiarità insite nella blockchain abilitano la trasparenza e l’abbattimento dell’asimmetria informativa in maniera determinante, aprendo ad asset class del tutto nuove», aggiunge Lorenzo Rigatti, Ceo e founder di BlockInvest, che dopo aver lavorato alla cartolarizzazione di progetti di riconversione e sostenibilità e alla digitalizzazione di equity di veicoli immobiliari, sta sperimentando all’interno del Fintech Hub con Davis & Morgan una piattaforma per Npl aperta anche a privati qualificati.

 

Mercato potenziale difficile da prevedere

Questi benefici schiudono un mercato potenziale difficile da prevedere. Giusto per farsi un’idea, la Global Financial Markets Association insieme a Bcg stima che lo stock di securities su Dlt ammontasse a 310 miliardi di dollari a fine 2022, valore destinato a lievitare a oltre 16 trilioni di dollari per fine decennio. Su questa base la survey valuta in 15-20 miliardi le efficienze annue solo in termini di infrastruttura per la gestione dei titoli.

La complessità attuale dell’emissione di strumenti finanziari si scioglie con la blockchain mediante la disintermediazione che abilita un rapporto diretto tra emittente e destinatario – per il momento operatori istituzionali, in un futuro più lontano l’utente retail – attraverso un registro distribuito, immutabile e trasparente, che permette anche l’esecuzione automatica di obblighi contrattuali tramite smart contract.

Allo stesso tempo la normativa deve contemperare le efficienze evidenti con l’esigenza di protezione e tutela degli investitori (si veda l’articolo di fianco, ndr). Per questo la normativa sposta gli obblighi da soggetti e strumenti all’infrastruttura, il registro Dlt, per il quale è prevista l’autorizzazione di Banca d’Italia e Consob e l’individuazione di un responsabile. Anche la dematerializzazione dei titoli richiede un deposito centrale per i titoli, che con la blockchain viene meno.

Ma la reintroduzione di elementi di centralizzazione come il responsabile e i soggetti autorizzativi rischia di imbrigliare il mondo Dlt all’interno di regole eccessive con soggetti regolamentati, annullando così i potenziali benefici. Per questo, soprattutto in ambito bancario, gli operatori sono prudenti nel procedere agli investimenti, almeno fino a quando il quadro normativo siano più definito. Nel breve si attende che la Consob adotti i regolamenti estendendone, in prospettiva, l’applicazione anche a quote di Srl e derivati cartolarizzati, oltre a quelli già compresi: azioni, obbligazioni, titoli di debito delle Srl, strumenti di mercato monetario, azioni o quote di Oicr.

 

Fonte: Il Sole 24Ore

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