Si apre così la finestra di tempo utile per partecipare al nuovo bando da 392 milioni di euro per lo strumento dei «Contratti di sviluppo» a sostegno dei programmi industriali delle filiere produttive strategiche delle aree del centro nord del Paese nei settori aerospazio e aeronautica, design, moda e arredo, metallo ed elettromeccanica, chimico e farmaceutico, gomma e plastica, alimentare (non rientranti nell’ambito della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli).
Le domande
Le domande per i contributi potranno essere inviate allo sportello online Invitalia, soggetto gestore della misura per conto del ministero. Le agevolazioni saranno erogate nella forma del contributo in conto impianti per gli investimenti produttivi e del contributo diretto alla spesa per i progetti di ricerca e sviluppo, con l’esclusione del finanziamento agevolato.
La misura si pone in continuità con lo sportello «Competitività e resilienza delle filiere produttive», attivato nel 2022 con risorse Pnrr, pur presentando differenze rispetto al precedente bando.
A chi si rivolge
Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese di qualsiasi dimensione che presentino programmi industriali comprendenti progetti di investimento produttivo ed, eventualmente, progetti di ricerca e sviluppo, con l’esclusione, quindi, dei programmi per la tutela ambientale. Gli investimenti devono essere realizzati nelle aree del territorio nazionale diverse da quelle classificate quali “zone a” nell’ambito della Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale vigente.
I programmi potranno essere attuati:
– da più imprese operanti nella filiera di riferimento;
– da una sola impresa, a condizione che il programma di sviluppo presenti forti elementi di integrazione con la filiera di appartenenza.
Cosa finanzia
I progetti dovranno riguardare le seguenti filiere produttive: aerospazio e aeronautica; design, moda e arredo; metallo ed elettromeccanica; chimico e farmaceutico; gomma e plastica; alimentare, con riferimento alle sole attività non rientranti nell’ambito della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.
Rispetto al precedente sportello, la ridefinizione delle filiere oggetto di sostegno tiene conto di specifiche dotazioni finanziarie nel tempo assegnate o in via di assegnazione ai Contratti di sviluppo e destinate a specifici settori produttivi.
I programmi devono prevedere spese e costi ammissibili non inferiori a 20 milioni di euro, avere una durata non superiore a 36 mesi (estendibile di 18 mesi sulla base di motivata richiesta da parte del proponente) ed essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di agevolazioni a Invitalia.
Agevolazioni concedibili
Le agevolazioni assumono la sola forma del contributo in conto impianti (per gli investimenti produttivi) e del contributo diretto alla spesa (per i progetti di ricerca e sviluppo), con l’esclusione, quindi, del finanziamento agevolato.
Le agevolazioni dovranno essere concesse entro il termine finale di validità della sezione 3.13 del «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19» (31 dicembre 2023).
L’assegnazione delle risorse
In sostituzione del consueto criterio cronologico con il quale vengono considerate le domande di Contratto di sviluppo, è prevista la formazione di una graduatoria per la determinazione dell’ordine di avvio all’istruttoria, basata su specifici criteri di valutazione dei programmi, in ordine di importanza:
– l’innovatività del programma di sviluppo, con la valorizzazione delle spese in beni strumentali coerenti con il piano Transizione 4.0, rispetto al totale degli investimenti previsti;
– l’impatto occupazionale connesso al programma realizzato, con particolare riguardo all’impiego di personale in possesso di laurea in discipline di ambito tecnico o scientifico; il coinvolgimento di piccole e medie imprese nel programma di sviluppo.
Il punteggio complessivo ottenuto potrà poi essere incrementato, fino ad un massimo del 10%, per le imprese in possesso: del rating di legalità (5%); di almeno una certificazione ambientale (EMAS, ISO 140001, ISO 50001) (5%).
Le istanze prive di copertura finanziaria saranno considerate decadute.
Fonte: Il Sole 24Ore