Mini Ires per chi investe o assume. Ma anche («eventualmente» come recita testualmente l’emendamento dei relatori) con il potenziamento dell’ammortamento. Spazio al recepimento della minimum tax, che dovrà essere operativa a livello globale dal 2024. Spinta alle semplificazioni contabili per le Pmi (si veda il servizio a pagina 36). Restyling per l’addio graduale all’Irap che dovrà partire dalle società di persone e dalle associazioni tra professionisti, ma con la precisazione che una volta introdotta la sovraimposta (calcolata con le stesse regole Ires) alle regioni sarà garantito un gettito in misura equivalente a quello attuale da ripartire sulla base dei criteri applicati per l’imposta regionale sulle attività produttive. E con una precisazione rilevante per le imprese: «invarianza del carico fiscale», ossia a conti fatti non dovranno pagare di più. Nel pacchetto di modifiche depositate da Governo e relatori alla delega fiscale, si delinea un corposo intervento sul reddito d’impresa.
Tra le principali novità, il riferimento a un superammortamento applicabile anche alle nuove assunzioni. Una spinta a favorire i contratti di lavoro attraverso la leva fiscale, puntando in questo modo sulla deduzione dei costi sostenuti dalle imprese. Naturalmente si tratta di una cornice da riempire ma che si pone in alternativa all’aliquota Ires ridotta (nella delega non è fissata l’asticella ma nelle ipotesi circolate sui tavoli di lavoro c’è l’intenzione di fissarla a livello del 15% che si andrà dunque ad affiancare a quella ordinaria del 24%) destinata proprio a chi effettua nuove assunzioni o investimenti «qualificati». Con un paletto che anche il correttivo mette bene in chiaro: nessuna riduzione di aliquota sul reddito corrispondente agli utili che sono distribuiti o destinati a finalità estranee all’esercizio dell’attività d’impresa, con una presunzione di avvenuta distribuzione degli stessi se è accertata l’esistenza di componenti reddituali positivi non contabilizzati o di componenti negativi inesistenti. Tradotto dal “fiscalese”, gli investimenti o le assunzioni devono servire allo sviluppo e alla crescita della produzione.
In ogni caso, l’attuazione sarà necessariamente un passaggio delicato perché si tratterà di trovare un coordinamento della mini Ires e del superammortamento con le altre regole sul reddito d’impresa, senza possibilità di cumulo dei relativi benefici e prevedendo la possibilità di accedere agli eventuali incentivi fiscali riguardanti gli investimenti qualificati e l’eventuale accesso a incentivi finalizzati alle nuove assunzioni, per le imprese che non possono beneficiare della riduzione di aliquota.
Insomma, un’operazione ad alto coefficiente di difficoltà. Così come la road map accelerata che dovrà portare alla global minimum tax: l’imposta minima nazionale dovuta da tutte le imprese, localizzate in Italia, di un gruppo multinazionale o nazionale soggette a una bassa imposizione. Il “chip” introdotto nel passaggio parlamentare della delega, considerati i tempi stretti in vista del debutto dal 1° gennaio 2024, servirà poi per inserire la disciplina operativa all’interno della legge di Bilancio il prossimo autunno.
Altro capitolo importante è il superamento dell’Irap. Confermato la gradualità del superamento dell’imposta regionale a partire da società di persone e associazioni tra professionisti. Poi il tributo dovrebbe cambiare pelle trasformandosi in una sovraimposta con le stesse regole di determinazione dell’Ires con l’esclusione del riporto delle perdite o secondo regole particolari per gli enti non commerciali. Il paletto dell’«invarianza del carico fiscale» servirà a gantire che dal nuovo meccanismo impositivo non derivi una beffa per le imprese.
Fonte: Il Sole 24 ORE