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Prima Irpef a tre aliquote e poi flat tax: ecco la riforma fiscale Meloni in 21 articoli

Sarà strutturata in quattro parti e 21 articoli, la legge delega sulla riforma fiscale che il Governo presenterà al consiglio dei ministri.

Sarà strutturata in quattro parti, con 21 articoli in tutto, la legge delega sulla riforma fiscale che il Governo ha ormai ultimato per portarla in consiglio dei ministri, se non ci saranno intoppi, già la prossima settimana.

L’impianto della riforma

Con la delega, l’Esecutivo chiede al Parlamento 24 mesi di tempo per ripensare in modo complessivo le tasse italiane, dall’Irpef che si riduce a tre aliquote all’Ires che invece si sdoppia, rafforzare lo Statuto dei diritti del contribuente, semplificare «i procedimenti dichiarativi, accertativi, di riscossione e del contenzioso», ristrutturare «le sanzioni amministrative e penali» e infine riordinare le norme in testi unici. Fra i principi cardine tornano dunque molti dei temi a cui ha lavorato il governo Draghi: tranne ovviamente la riforma del Catasto che ha fatto alzare al centrodestra le barricate.

Irpef a tre aliquote primo passo per la flat tax

Sull’Irpef l’obiettivo è in due tempi. Il primo passo è quello della riduzione a tre scaglioni, con una riduzione delle aliquote da finanziare attraverso una revisione delle tax expenditures. Il contatore del Mef, a caccia di coperture per una riforma che non può andare in deficit proprio mentre i tassi salgono e le regole fiscali europee ritornano in campo, si è fermato a poco più di 600 voci che oggi costano 165 miliardi di euro ogni anno. Per ridurre questa spesa, si legge nei documenti preparati dal Mef, il governo lavorerà a una “forfetizzazione” per scaglioni di reddito, che in pratica dovrebbe diminuire le detrazioni all’aumentare dell’imponibile: le ipotesi tecniche parlano per esempio di un tetto alla fruizione degli sconti che potrebbe essere fissato al 4% dell’imponibile per i redditi più bassi, per poi scendere a percentuali inferiori quando i guadagni dichiarati salgono. Dal vincolo sarebbero escluse le detrazioni più delicate come quelle sanitarie e per l’istruzione e le deduzioni sugli interessi passivi dei mutui prima casa e dei contributi ai collaboratori famigliari. Le tre aliquote, nelle intenzioni del governo, dovrebbero però appunto rappresentare solo il primo passo verso la Flat Tax, indicata dalla delega come punto di approdo a lungo termine.

Doppio livello per la tassa sulle imprese

Il progetto del governo sdoppia l’Ires, l’imposta sui redditi delle società. Con una filosofia simile a quella che ha ispirato nell’ultima manovra la Flat Tax incrementale, la delega prospetta di affiancare all’aliquota ordinaria del 24% una tassazione agevolata per la quota di reddito che nei due anni successivi viene destinata alle assunzioni o agli investimenti in beni strumentali innovativi o qualificati. Anche in questo caso le distanze politiche fra destra e sinistra sembrano superate da un meccanismo che prova a introdurre nel sistema fiscale una versione strutturale del programma Industria 4.0. Nel capitolo sulle imprese troverà poi spazio una semplificazione della disciplina sulla deducibilità degli interessi passivi e il riordino del regime di compensazione delle perdite fiscali.

Iva e Irap

La delega mette poi nel carnet dei propri obiettivi la razionalizzazione delle aliquote Iva e delle operazioni esenti, in un’imposta che fra ritocchi e interventi continui si è trasformata in un ginepraio a volte irrazionale dove beni di prima necessità come l’acqua minerale scontano l’aliquota massima come se fossero acquisti voluttuari (e viceversa). Il riordino dei panieri punterà a garantire trattamenti fiscali omogenei per beni simili fra loro, e proverà anche a semplificare le regole sulle detrazioni e le complesse normative sul gruppo Iva. Il ridisegno guarderà poi ai meccanismi, oggi giudicati ancora troppo lenti e farraginosi, dei rimborsi per cittadini e imprese. Torna poi l’idea di mettere in archivio l’Irap, per trasformarla in una sovraimposta da applicare alla base imponibile dell’Ires. Anche in questo caso, si tratta della riedizione di un obiettivo già presente nella delega Draghi.

Fonte: Sole 24 ORE

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