Le prospettive occupazionali si annunciano positive anche nei prossimi mesi: nel trimestre febbraio-aprile infatti i datori hanno in mente di inserire quasi 1,2 milioni di risorse (+17,1% nel confronto tendenziale, pari a +174.660 unità).
Continua, purtroppo, a crescere il “mismatch”, vale a dire la difficoltà degli imprenditori a trovare le risorse necessarie: a febbraio il 46,2% dei profili ricercati è considerato di “difficile reperimento”, un valore superiore di circa sei punti percentuali rispetto a un anno fa.
A creare maggiori opportunità di lavoro, accanto alle costruzioni con 48mila lavoratori ricercati, sono per il manifatturiero alcune delle filiere distintive del Made in Italy, con in testa la meccatronica (22mila assunzioni), seguita dalla metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (18mila), dall’alimentare (10mila) e dalle industrie tessili, abbigliamento e calzature, sebbene queste ultime si attestino ancora sotto il livello pre-Covid (-15,2% su febbraio 2019).
D’altra parte, i servizi hanno programmato circa 254mila ingressi e la filiera del turismo si conferma quale traino della domanda di lavoro (56mila ingressi preventivati).
Consistente anche l’apporto del commercio (52mila) e dei servizi alle persone (42mila).
Poco più di un contratto offerto su due (50,3% del totale) è a tempo determinato, in diminuzione rispetto a febbraio 2022 (52,7%). Seguono i contratti a tempo indeterminato (79mila unità, 20,4%) e quelli in somministrazione (44mila, 11,4%). Le imprese del Nord Ovest hanno previsto, a febbraio, 120mila assunzioni, quelle di Sud e Isole, 97mila. Le aziende del Nord est 92mila; ed è questa l’area che ha manifestato la maggior difficoltà di reperimento pari al 52%. Le restanti 76mila assunzioni sono previste dai datori del Centro.
Il “mismatch” è in rialzo ormai da mesi: a febbraio i profili difficili da reperire sono 178mila, pari al 46,2% di tutte le assunzioni programmate.
Le motivazioni principali sono sempre due, la mancanza di candidati (cresciuta di 5,3 punti in un anno) e la preparazione inadeguata.
A risentire di più del “mismatch” sono le imprese della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (58,5% dei profili ricercati è di difficile reperimento), le industrie di legno e mobile (56,1%), le imprese delle costruzioni (54,9%), le industrie tessili, abbigliamento e calzature (52,1%) e le imprese della meccatronica (51,5%).
Il Borsino Excelsior delle professioni ci svela quali profili sono tra i più introvabili: specialisti nelle scienze della vita (80,7% di “mismatch”), operai specializzati (70,8%), fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (68,5%), tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (66,7%).
In media per i profili più ricercati il tempo di ricerca è tra i 4 e 5 mesi.
Fonte: Sole 24 ORE