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Versamenti a fine agosto. Nuovi testi unici dal 2026

Nel correttivo sul concordato il rinvio dei pagamenti con maggiorazione dello 0,4%

In arrivo l’attesa proroga dei versamenti per soggetti Isa e forfettari per tutto il mese di agosto con la maggiorazione dello 0,40 per cento. Sui Testi unici invece si profila una modifica alla delega fiscale per consentire un tempo di decantazione più ampio: l’entrata in vigore scatterà, infatti, dal 1° gennaio 2026. Nel Consiglio dei ministri in programma oggi alle 17 il fisco avrà un ruolo di primo piano. Sul tavolo sono attesi, tra l’altro, il decreto correttivo del concordato, della cooperative compliance e del calendario degli adempimenti, ma approdano anche un disegno di legge per intervenire sulla decorrenza dei Testi unici, un altro sui lavoratori frontalieri e un decreto legislativo che allinea le disposizioni interne al regolamento Ue 2023/1114 relativo ai mercati delle criptoattività (Mica).

Più nello specifico, il decreto correttivo sul concordato (che è già stato all’esame del Preconsiglio il 10 giugno e quindi salterà la riunione preliminare del Cdm in programma per la mattinata) si arricchisce anche della precisazione su cui c’è grande attesa nel mondo delle partite Iva e dei professionisti che le assistono. Attualmente, infatti, la scadenza dei versamenti (saldo 2023 e primo acconto 2024) che scaturiscono dalle dichiarazioni dei redditi e Irap è fissata per il 2024 (considerrati i tempi più lunghi per mettere in moto la macchina del concordato preventivo) al 31 luglio. Restava quindi il dubbio se potesse essere applicata o meno la proroga di trenta giorni per consentire di andare alla cassa con lo 0,40% aggiuntivo. I tecnici dell’amministrazione finanziaria hanno messo a punto un chiarimento per stabilire che ci sarà più tempo, contemperando così le esigenze di chi deve andare alla cassa e dei professionisti che li assistono che potranno evitare una corsa contro il tempo per predisporre i calcoli e le deleghe di pagamento a ridosso della pausa estiva.

Una sorta di “tregua” di Ferragosto (considerando comunque che da inizio mese le scadenze sia di versamenti che degli altri adempimenti tributari sono in stand by per riprendere dal 20 agosto) che vuole essere una mano tesa del Governo in vista dell’autunno su cui si gioca la partita delle adesioni al concordato preventivo, per cui proprio il decreto correttivo farà slittare dal 15 ottobre al 31 ottobre il termine per decidere sulla proposta di reddito formulata dalle Entrate.

Un altro ritocco in vista per la riforma fiscale arriva dal disegno di legge (Ddl) con cui il Governo interviene sull’articolo 21 della delega (legge 111/2023) per ampliare l’orizzonte temporale di entrata in vigore (e indirettamente anche di adozione) dei Testi unici. E soprattutto perché il termine di esercizio della delega sui Testi unici è in scadenza il 29 agosto. I nove provvedimenti di riordino (dalle imposte dirette alla riscossione), dopo la consultazione pubblica conclusa il 13 maggio devono ancora approdare all’esame del Consiglio dei ministri. Con la proroga si salva la delega e l’entrata in vigore decorre dal 2026. Una scelta obbligata sia perché i decreti attuativi della delega (ancora in via di approvazione definitiva) sono destinati a intervenire (anche pesantemente) su quei Testi, sia perché in un’ottica di certezza e stabilità delle regole va garantito un maggior tempo a tutti gli operatori per adeguarsi e prendere confidenza. La strada del Ddl, che dovrà poi essere approvato dal Parlamento, era l’unica percorribile una volta escluso un passaggio più immediato con un decreto legge.

Il menu del Consiglio dei ministri è comunque molto ricco (in Preconsiglio sono indicati addirittura nove provvedimenti) e presenta anche uno schema di Dlgs che adegua le norme sugli emittenti di criptoattività alle più recenti disposizioni unionali, stabilendo obblighi di trasparenza e informativa e misure per prevenire l’abuso di informazioni privilegiate.

Fonte: Il Sole 24ORE

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