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Richiesta imposte su criptovalute, ritorna la mail-truffa mascherata

Dello schema malevolo potrebbero far parte anche false comunicazioni telefoniche provenienti sia da numeri italiani che esteri e l’invio alla vittima di documenti manipolati su fasulle cartelle esattoriali

A distanza di poco più di dieci giorni dall’ultimo avviso dell’Agenzia sui tentativi di phishing perpetrati a danno di ignari cittadini, ecco che arriva una nuova ondata di false comunicazioni riguardanti la tassazione delle criptovalute, anche se con qualche variante rispetto alla precedente segnalazione. Varianti da memorizzare per non cadere in trappola

Le caratteristiche distintive delle neo-progettate mail malevole sono costituite da:

  • un indirizzo e-mail di provenienza appartenente a un dominio estraneo all’Agenzia delle entrate (ad esempio @libero.it)
  • un oggetto specifico “Rilevata irregolarità nel suo quadro RW”
  • riferimenti nel testo a presunti errori e/o omissioni nella dichiarazione dei redditi e alle sanzioni amministrative per omessa dichiarazione
  • presenza di un allegato malevolo in formato zip e di una password per l’apertura dello stesso
  • un senso d’urgenza generale
  • presenza in calce dei riferimenti dell’Ente “Agenzia delle Entrate – Riscossione” .

 

Inoltre, come accaduto recentemente, dello schema malevolo potrebbero far parte anche false comunicazioni telefoniche provenienti sia da numeri italiani che esteri (ad esempio con prefisso +44) e l’invio alla vittima di documenti manipolati ad arte e false cartelle esattoriali.

In questo, come negli altri casi, l’Agenzia, con un avviso pubblicato sul proprio sito, raccomanda di non dar seguito alle richieste dei malfattori e, quindi, non cliccare sui link in esse presenti, di non scaricare, aprire e compilare eventuali allegati, di non fornire credenziali d’accesso, dati personali e le coordinate bancarie in occasione di eventuali telefonate legate a questo tipo di fenomeni e di non ricontattare assolutamente il mittente di eventuali comunicazioni.

Nel disconoscere la paternità di tali comunicazioni, l’Amministrazione consiglia, piuttosto, di verificare preliminarmente la veridicità, consultando la pagina “Focus sul phishing” o rivolgendosi ai contatti reperibili sul proprio portale istituzionale o direttamente all’ufficio territorialmente competente.

Fonte: Agenzia delle Entrate

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