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Da Transizione all’Ires premiale parte la corsa per arrivare ai nuovi bonus

La legge Bilancio 2025 introduce un nuovo mix di incentivi che richiede attenzione perché può creare interessanti opportunità.

La legge Bilancio 2025 apporta modifiche sia ai crediti d’imposta per gli investimenti nell’ambito di progetti di innovazione da cui consegua una riduzione dei consumi energetici (articolo 38 del Dl 19/2024), sia ai crediti d’imposta per gli investimenti 4.0. Inoltre introduce l’Ires premiale. Un nuovo mix di incentivi che richiede attenzione perché può creare interessanti opportunità.

Affinché le imprese possano rivedere e aggiornare le loro strategie di investimento alla luce delle novità, diventa quindi necessario fare il punto della situazione con la sinossi sulle seguenti agevolazioni fiscali: ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e design, Industria/Transizione 4.0, Transizione 5.0, patent box, Zes e Ires premiale.

Le agevolazioni, in linea di massima, sono tra di loro cumulabili, fermo restando che per gli aiuti di Stato bisogna riferirsi alla normativa comunitaria che limita le possibilità di cumulo con altri aiuti di Stato. La stessa norma non interviene, invece, sulle disposizioni di cumulo tra un aiuto di Stato e una misura di carattere generale, che può arrivare fino al 100 per cento del costo del bene. È sempre possibile, tuttavia, che le norme agevolative nazionali contemplino espressi divieti, che sono da verificare di volta in volta. Da non dimenticare, inoltre, il divieto di doppio finanziamento.

Vengono mantenuti per alcune agevolazioni i prerequisiti di ingresso, quali il rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro applicabili a ciascun settore ed il corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

Si suggerisce di predisporre adeguata documentazione a supporto (Durc, F24, normativa sulla sicurezza, eccetera) in relazione sia al momento della maturazione iniziale dell’agevolazione sia al momento di utilizzo in compensazione dei crediti d’imposta (circolare 9/E/2021, paragrafo 5.1.2).

Risulta ormai esteso a tutti i crediti d’imposta il meccanismo delle comunicazioni, sia ex ante che ex post, che dovrà essere aggiornato anche alla luce delle novità normative contenute nella legge di Bilancio, generando così ulteriori costi di compliance (certificazioni, perizie, studi preliminari), sia obbligatori che facoltativi, che già ora costituiscono una discreta barriera all’ingresso soprattutto per le Pmi. A questi costi esterni bisogna aggiungere il costo del lavoro del personale interno dedicato all’agevolazione e/o del consulente di supporto.

Tutte le agevolazioni prevedono anche indirettamente che l’impresa predisponga e conservi un’idonea documentazione per la dimostrazione «dell’effettivo sostenimento e della corretta determinazione dei costi agevolabili», non specificandone nel dettaglio la struttura e la composizione.

In termini generali, è da ritenere che la mancanza di documentazione possa essere causa di revoca del beneficio, ancorché ciò non sia specificato come avviene nel caso dell’articolo 1, comma 1062, della legge 178/2020.

In alcune agevolazioni, l’idonea documentazione deve essere esaminata dal revisore legale dei conti per il rilascio della certificazione valida ai fini del riconoscimento del credito e comunicata al collegio sindacale, ove esistente.

Da ultimo, pare utile ricordare quanto sia opportuno per il management azzerare o limitare al massimo i rischi di gestione delle agevolazioni fiscali, e soprattutto dei crediti d’imposta, ad esempio ricorrendo al certificatore per i crediti d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica e design.

Vediamo le novità sui crediti d’imposta, che saranno poi approfonditi nelle pagine successive di questa guida.

Il credito d’imposta per gli investimenti sulla riduzione dei consumi energetici:

  • è esteso alle Esco (Energy service companies);
  • vede incrementata la base di calcolo per moduli fotovoltaici con specifiche caratteristiche tecniche;
  • vede incrementato dal 15% al 35% il beneficio sulla fascia di investimenti da 2,5 a 10 milioni di euro;
  • diventa cumulabile con crediti Zes, Zls e agevolazioni Ue.

Il credito d’imposta Transizione 4.0:

  • viene confermato con limite di spesa di 2.200 milioni di euro, con obbligo di comunicazione e attribuzione cronologica, per gli investimenti in beni materiali indicati nell’allegato A alla legge 232/2016, effettuati dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025 (con “coda” al 30 giugno 2026); tale limite non è applicabile agli investimenti prenotati entro la data di pubblicazione della legge di Bilancio 2025;
  • viene abrogato per gli investimenti in beni immateriali compresi nell’allegato B alla legge 232/2016, effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2025 e fino al 31 dicembre 2025 (e relativa “coda” al 30 giugno 2026).
 
Fonte: Il Sole 24 Ore

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