Il decreto legislativo n. 125/2024 recepisce la direttiva europea CSRD, introducendo nuovi obblighi di rendicontazione di sostenibilità per i gruppi societari in Italia. Le società madri devono redigere relazioni consolidate che coprano governance, rischi ESG e strategie di sostenibilità, seguendo il principio di “doppia materialità”. Questi requisiti mirano a garantire maggiore trasparenza e responsabilità, allineandosi agli obiettivi europei di neutralità climatica entro il 2050. Le aziende dovranno investire in sistemi per raccogliere e analizzare dati ESG, integrando queste pratiche nelle loro strategie operative quotidiane.
La “Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)” 2022/2464 rappresenta un cambiamento significativo nella rendicontazione di sostenibilità per le aziende, in particolare per i gruppi societari. Con l’entrata in vigore del “decreto legislativo n. 125 del 6 settembre 2024”, l’Italia recepisce questa direttiva europea, introducendo nuovi obblighi di trasparenza e responsabilità per le imprese. Questo documento esplorerà in dettaglio le principali novità e implicazioni della CSRD e del decreto 125/2024, evidenziando i concetti chiave e le sfide che le aziende devono affrontare.
Contesto Normativo
La CSRD ha come obiettivo principale quello di migliorare la trasparenza e la responsabilità delle aziende riguardo alle loro pratiche di sostenibilità. Essa estende gli obblighi di rendicontazione a livello consolidato, richiedendo alle società madri di fornire informazioni dettagliate sulle loro operazioni e impatti ESG (Environmental, Social, Governance) non solo a livello individuale, ma anche per il gruppo nel suo complesso.
Obiettivi della CSRD
- Migliorare la qualità della rendicontazione: le aziende devono fornire informazioni più dettagliate e affidabili riguardo ai loro impatti ambientali e sociali.
- Promuovere la responsabilità: le imprese sono chiamate a rendere conto delle loro azioni e delle conseguenze delle loro operazioni.
- Facilitare la comparabilità: la standardizzazione della rendicontazione ESG permette agli investitori e agli stakeholder di confrontare le performance delle aziende in modo più efficace.
Principali Novità del Decreto Legislativo n. 125/2024
Il decreto legislativo n. 125/2024 introduce diverse novità significative che ridefiniscono le responsabilità delle società madri e dei gruppi societari in Italia.
OBBLIGHI DI RENDICONTAZIONE CONSOLIDATA
L’articolo 4 del decreto estende gli obblighi di rendicontazione a livello di gruppo, richiedendo alle società madri di redigere una relazione consolidata che includa:
- Strategia aziendale e modello di business: le aziende devono dimostrare come il loro modello sia resiliente rispetto ai rischi legati alla sostenibilità e quali opportunità intendono cogliere.
- Obiettivi di sostenibilità: le società madri devono stabilire obiettivi specifici per la riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 e il 2050.
- Governance e incentivi: è necessario descrivere il ruolo degli organi di amministrazione nelle questioni ESG e le politiche di incentivazione legate alla sostenibilità.
- Due diligence: le aziende devono adottare procedure per identificare e mitigare gli impatti negativi lungo la catena del valore.
- Rischi e dipendenze: devono essere descritti i principali rischi legati alla sostenibilità e come vengono gestiti.
DOPPIA MATERIALITÀ
Un concetto chiave introdotto dalla CSRD è quello della “doppia materialità”, il cui obiettivo è quello di fornire informazioni più complete e trasparenti agli stakeholder, inclusi investitori, consumatori, policy maker e la società civile, affinchè gli stessi possano valutare meglio la sostenibilità a lungo termine e l’impatto delle aziende. L’impegno delle organizzazioni si concretizza, infatti, in una comunicazione più dettagliata non solo del metodo con cui le stesse cercheranno di contenere ad un livello accettabile i rischi ESG, ma anche delle modalità di riduzione del proprio impatto negativo su ambiente e società.
Per questo si parla di “doppia” materialità, poiché si snoda in due direzioni di influenza:
- dall’esterno verso l’interno nella forma di materialità finanziaria, per cui si valuta come i fattori ESG possano influenzare la stabilità finanziaria e organizzativa di una società;
- dall’interno verso l’esterno nel senso di materialità esterna o di impatto, secondo la quale si analizzano le operazioni e le politiche aziendali che possono influenzare l’ambiente e le comunità locali.
La direttiva CSRD, introducendo l’obbligo di condurre una due diligence sui rischi ESG e di integrare le considerazioni di sostenibilità nel processo decisionale e strategico, di fatto, amplifica l’ambito di applicazione rispetto alla NFRD (Non-Financial Reporting Directive) coinvolgendo, in tal modo, un maggior numero di aziende, non solo direttamente ma anche per “essere parte” della catena di valore delle grandi organizzazioni soggette all’obbligo di rendicontazione.
L’analisi dei rischi ESG, in ottica di doppia materialità, consente di identificare e monitorare le minacce al fine di adottare misure proattive per ridurre la vulnerabilità aziendale ad eventi imprevisti, proteggendo al tempo stesso gli investimenti e la reputazione. Ma non solo. La gestione dei rischi diviene un punto fondamentale per promuovere una governance più responsabile, al fine di scoprire le opportunità che le aziende possono sviluppare nella definizione di nuove strategie e migliorare la posizione competitiva e attrattiva per gli investitori.
Ed ecco che, dall’analisi e gestione dei rischi si definisce la pianificazione strategica volta allineare gli obiettivi economici con le aspettative sociali e ambientali, promuovere un modello di business che tenga conto non solo del profitto, ma anche del benessere e delle sfide attuali e future del mercato.
Implementazione operativa
L’implementazione delle nuove normative richiede un approccio strategico da parte delle aziende.
- Definizione delle linee guida
Le società madri devono approvare direttive chiare per la rendicontazione, stabilendo standard interni che garantiscano coerenza e completezza nelle informazioni fornite.
- Raccolta dati
È fondamentale implementare un sistema omogeneo per la raccolta e l’analisi dei dati ESG, assicurando che tutte le entità del gruppo contribuiscano con informazioni accurate.
- Integrazione nel controllo di gestione
La rendicontazione ESG deve essere integrata nei processi aziendali esistenti, facilitando una gestione più efficace delle informazioni relative alla sostenibilità.
Ruolo dei professionisti
L’implementazione della CSRD richiede il coinvolgimento attivo di vari professionisti:
- Consulenti: possono supportare le aziende nell’adattamento alle nuove procedure di rendicontazione.
- Membri dei collegi sindacali: hanno il compito di vigilare sulla corretta applicazione delle procedure.
- Strateghi: aiutano a definire strategie ESG integrate che siano allineate con gli obiettivi aziendali.
Conformità agli standard europei
Le società madri sono tenute a seguire gli standard adottati dalla Commissione europea, come stabilito dalla Direttiva 2013/34/UE. È obbligatorio pubblicare i report in formato elettronico, garantendo accessibilità e trasparenza.
Obblighi per società extra-ue
Il decreto chiarisce anche gli obblighi per le società non europee con filiali nell’UE:
- Le società madri con ricavi superiori a 150 milioni di euro nell’UE devono rendere pubblica la relazione sulla sostenibilità.
- Le succursali con ricavi superiori a 40 milioni sono anch’esse soggette a obblighi di rendicontazione.
Procedure in caso di mancata collaborazione
In caso di mancata fornitura dei dati necessari da parte della società madre, le filiali devono:
- richiedere attivamente le informazioni necessarie;
- pubblicare una relazione parziale con i dati disponibili;
- dichiarare l’assenza o la mancanza di informazioni fornite dalla madre.
Impatto sulle strategie aziendali
L’introduzione della CSRD avrà un impatto significativo sulle strategie aziendali:
Neutralità Climatica
Le aziende sono incoraggiate ad allinearsi con gli obiettivi europei per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Trasparenza Maggiore
Ci si aspetta una maggiore apertura nella gestione delle informazioni ESG, migliorando così la fiducia degli stakeholder.
Integrazione delle Pratiche Sostenibili
Le pratiche sostenibili dovranno essere integrate in tutte le attività del gruppo, contribuendo a una cultura aziendale orientata alla responsabilità sociale.
Conclusioni e prospettive future
Il decreto legislativo n.125/2024 rappresenta un passo importante verso una maggiore sostenibilità d’impresa in Italia, in linea con gli obiettivi europei di neutralità climatica entro il 2050. I nuovi obblighi impongono un cambiamento radicale nella gestione delle informazioni ESG, costringendo le imprese a una maggiore trasparenza.
Sfide Operative
Le aziende dovranno adattare i propri processi interni alle nuove richieste normative, investendo in sistemi adeguati a raccogliere e analizzare i dati ESG.
Opportunità di Innovazione
Queste nuove normative rappresentano anche un’opportunità per sviluppare strategie competitive sostenibili, stimolando l’innovazione nei modelli di business.
In conclusione, la CSRD e il decreto legislativo n. 125/2024 segnano l’inizio di una nuova era nella rendicontazione della sostenibilità in Italia ed Europa. Le aziende saranno chiamate non solo a conformarsi ai requisiti normativi ma anche a ripensare i propri modelli operativi in chiave sostenibile, identificando nuove opportunità legate alla transizione verso un’economia responsabile e a basse emissioni di carbonio.
Questa trasformazione richiederà un forte impegno da parte del top management e dei consigli d’amministrazione per guidare il cambiamento culturale necessario all’interno dell’organizzazione, assicurando che la sostenibilità diventi parte integrante della strategia aziendale complessiva.
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*A cura dell’Avv. Vincenzo Candido Renna, Partner 24 ORE e Avv. Laura Spano, Compliance and Sustainability Specialist
Fonte: Il Sole 24ORE