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Agricoltori, sconto Irpef per due anni fino a 15mila euro

Con il Milleproroghe esenzione Irpef totale fino a 10mila euro, al 50% tra 10 e 15mila. Beneficio da 220 milioni nel 2025 e da 130 nel 2026

Per i prossimi due anni i redditi agrari saranno esentati dall’Irpef fino a 10mila euro, mentre fra 10mila e 15mila verrà applicata una riduzione del 50%. È questa la proposta di emendamento che il governo ha depositato davanti alle commissioni congiunte Bilancio e Affari costituzionali della Camera, e che è stato approvato all’interno del decreto Milleproroghe.

Rispetto all’iniziale apertura di Palazzo Chigi nei confronti dei contadini scesi in piazza a protestare, che prevedeva solo l’esenzione sotto i 10mila euro, si tratta di un ulteriore passo nella direzione del mondo agricolo. A spingere in questo senso è stata la Lega, che ieri festeggia la versione finale dell’emendamento come un proprio successo: «Una vittoria per agricoltori, allevatori e produttori, la Lega è e sarà sempre al fianco di chi porta i sani prodotti italiani sulle nostre tavole», ha scritto sui social il vicepremier e leader del Carroccio, Matteo Salvini.

Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, in una nota ha definito quella dell’Irpef «un’esenzione più giusta, che esclude i ricchi da un beneficio che per alcuni risultava un privilegio». Stando alla relazione tecnica del ministero dell’Economia e delle finanze, il taglio previsto per due anni costerà 220,1 milioni di euro il 2025 e 130,3 milioni per il 2026. Le risorse vengono recuperate dal fondo per l’attuazione della delega fiscale. Per il 2027, invece, la misura porterà una dote al fondo: nel testo si prevede un incremento di 89,9 milioni euro mediante l’utilizzo delle maggiori entrate.

Secondo i calcoli della Coldiretti, la sola esenzione totale dell’Irpef sotto i 10mila euro interesserà 387mila aziende, contro le 430mila che ne avevano goduto negli anni passati. Dunque, a rimanere esclusa sarebbe un’azienda su dieci. Un calcolo non molto distante da quello fatto dal governo secondo il quale, tra esenzione totale a chi è sotto i 10mila e parziale a chi è sotto i 15mila, il 94% degli agricoltori non pagherà l’Irpef.

I manifestanti, che ormai da tre settimane sono scesi in piazza, portano dunque a casa una prima vittoria. «Figuriamoci se non siamo favorevoli all’esenzione dell’Irpef: siamo stati noi a farla togliere, insieme all’Imu e all’Irap durante il governo Renzi», ha ribattuto ieri il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ricordando di come molte delle battaglie che rivendicano i trattori siano le stesse condotte da anni dalla Coldiretti. Eppure, la sua è stata l’associazione più contestata un piazza. «Rispettiamo chi protesta – ha aggiunto – ma condanniamo episodi violenti, come bruciare le nostre bandiere. Molte delle richieste dei trattori sono confuse: noi preferiamo tramutare le proteste in proposte. Incontrerò la presidente del Parlamento europeo Metsola e il commissario all’Agricoltura: è in Europa che dobbiamo far sentire ancora di più la nostra voce».

L’esenzione Irpef non è bastata però ad allontanare i trattori da Roma. La capitale si prepara a ospitare almeno tre manifestazioni. La prima è cominciata la notte scorsa, con l’arrivo di un centinaio di trattori da diverse regioni che sosteranno a Castel di Leva, in attesa del concentramento indetto per il 15 febbraio alle 12 davanti al Campidoglio da due sigle, Popolo Produttivo e Altragricoltura: «La politica farebbe bene ad assumersi le proprie responsabilità e non ridurre tutto alle mance dell’Irpef», ha dichiarato Gianni Fabbris, portavoce di quest’ultima. Sempre il 15 febbraio, ma al Circo Massimo, protesteranno anche gli agricoltori che fanno capo ai Cra dell’ex Forcone Danilo Calvani.

Il movimento degli agricoltori risulta ormai sempre più spaccato. Riscatto agricolo, la prima sigla ad aver rotto il fronte dopo essere stata ricevuta dal ministro Lollobrigida, lunedì aveva annunciato la smobilitazione del presidio sulla Nomentana. Il 13 febbraio però una parte del gruppo è rientrata sui propri passi, di fatto sancendo un’ulteriore spaccatura delle file: due dei suoi portavoce, Salvatore Fais e Andrea Papa, hanno annunciato la fuoriuscita da Riscatto agricolo e hanno dato vita al Maf (Movimenti agricoli federati). Il nuovo gruppo rimarrà in via Nomentana, «dove nei prossimi giorni – dicono – rimarranno 200 trattori e arriveranno altri mezzi».

Fonte: Il Sole 24ORE

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