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Concordato, salta il tetto del 10% al reddito proposto dal Fisco

Il Govenon non recepirà nel decreto l’indicazione del Senato sul vincolo alle richieste dell’agenzia delle Entrate.

Sì a un concordato preventivo ad ampio raggio aperto a tutti non più vincolato all’otto in pagella attribuito dagli Indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa). No al tetto in misura percentuale del 10% a cui l’agenzia delle Entrate dovrà sottostare nel formulare la sua proposta di tassazione biennale delle partite Iva. Il vice ministro all’Economia con delega alle Finanze, e padre di fatto della nuova riforma fiscale, Maurizio Leo, è pronto a recepire le osservazioni del Senato ma non vuole snaturare il nuovo strumento del concordato preventivo biennale. Strumento che, nelle intenzioni del governo, dovrà cambiare rapporti e regole nel contrasto all’evasione puntando ad un’azione preventiva ex ante, frutto di un contraddittorio tra fisco e contribuenti, e non più come accade oggi con un’attività ex post.

In questo senso, dunque, sarà rivisto il testo del decreto legislativo su cui la scorsa settimana la commissione Finanze del Senato ha formulato il suo parere. A partire da quella che inizialmente per il presidente della commissione Finanze di Palazzo Madama, Massimo Garavaglia, doveva essere una condizione (quindi vincolante per il governo) e poi trasformata in osservazione: cancellare ogni riferimento al voto degli Isa per accedere al concordato prevedendo nel testo finale del decreto legislativo che lo strumento con cui il fisco potrà determinare e concordare con il contribuente il reddito e le imposte dovute per un biennio, sia esteso, «nel rispetto della disciplina relativa agli Isa, a tutti i contribuenti che ne facciano richiesta, ferma restando la valutazione dell’agenzia delle Entrate del parametro del punteggio di affidabilità fiscale ottenuto con riferimento al periodo d’imposta precedente a quelli cui si riferisce la proposta».

Nonostante l’intesa e la piena sintonia con il Senato manifestata dallo stesso Leo, il governo però non farà sua l’altra osservazione dei senatori secondo cui «nella procedura di elaborazione e definizione della proposta di concordato» l’incremento del reddito e della produzione netta «rispetto a quello dell’anno di riferimento preso a base sia limitato ad una percentuale fino al massimo del 10 per cento».

Il tetto al 10%, voluto dalla maggioranza e dallo stesso Garavaglia soprattutto per scongiurare la possibilità di reintrodurre con il concordato una nuova minimum tax, ha acceso da subito le polemiche tra maggioranza e opposizione. Il rischio di concedere un enorme vantaggio fiscale anche alle partite Iva meno affidabili secondo i voti attribuiti dagli Isa potrebbe essere davvero elevato e per le opposizioni è una certezza. Così per allontanare ogni possibile dubbio di un condono preventivo il vice ministro Leo conferma al Sole24Ore che l’osservazione della commissione Finanze del Senato sarà accolta ma senza l’indicazione espressa di un vincolo percentuale a cui dovranno sottostare gli uffici delle Entrate nel formulare le loro proposte di adesione al concordato. Leo preciserà nel decreto attuativo che la procedura di elaborazione e definizione della proposta di concordato dovrà sempre essere coerente con i dati della dichiarazione dell’anno precedente presentata dal contribuente e comunque dovrà essere formulata nel rispetto dei principi della capacità contributiva previsti dalla carta costituzionale. Dell’osservazione formulata dai senatori farà comunque salva la seconda parte con cui si concede all’amministrazione finanziaria la possibilità di presentare all’impresa o al lavoratore autonomo «una proposta difforme motivata» e «sottoposta a contraddittorio con il contribuente prima di essere formalizzata».

Confermato, infine, lo spostamento al 15 ottobre del termine per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi e dell’adesione al concordato, come anticipato su queste pagine il 10 gennaio scorso. Uno slittamento rispetto all’unificazione della scadenza di invio delle dichiarazioni al 30 settembre prevista dal Dlgs attuativo della delega sugli adempimenti. Questo dovrebbe comportare la possibilità di accettare il concordato preventivo fino al termine del 15 ottobre, rispetto alla finestra che per il solo 2024 è attualmente prevista con una vera e propria corsa contro il tempo tra il 21 e il 31 luglio.

Fonte: Il Sole 24ORE

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