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Iva, tra le novità 2024 stop alle agevolazioni per gas e teleriscaldamento

Tra le altre novità anche l’esenzione per prestazioni di chirurgia estetica e l’obbligo di fattura elettronica esteso a tutti i forfettari.

Alla fine di dicembre sono stati pubblicati una serie di provvedimenti di particolare rilievo per l’Iva e per tutta la materia fiscale: oltre ai primi decreti delegati della riforma fiscale, sono da segnalare la legge di Bilancio (legge 213/2023), il decreto Milleproroghe (Dl 215/2023) e la conversione del decreto Anticipi (legge 191/2023).

Le novità riguardano:

  • l’applicazione di alcune aliquote ridotte o aumentate. Viene ridefinito il perimetro applicativo dell’aliquota del 10% degli integratori alimentari estendendone l’applicazione a qualunque forma di commercializzazione; inoltre viene aumentata (tornando indietro rispetto alla legge di Bilancio 2023), dal 5 al 10% l’aliquota applicabile ad alcuni alimenti destinati all’infanzia o all’igiene femminile; non vengono riconfermate (neppure dal decreto Milleproroghe) le agevolazioni previste per il gas, il teleriscaldamento e i pellet;
  • l’esenzione prevista in caso di prestazioni di chirurgia estetica. Per questa esenzione la soluzione trovata, che impone un’attestazione medica che dimostri la natura sanitaria della prestazione, cerca, da una parte, di creare una regola certa per il futuro e, dall’altra, di risolvere il contenzioso in essere che negli ultimi mesi ha avuto un notevole incremento;
  • la fattura elettronica. In materia di fattura elettronica gli interventi sono diversi e tutti di particolare importanza. Sicuramente le novità più importanti riguardano: (i) l’estensione a tutti, compresi i contribuenti minimi e forfettari, dell’obbligo della fattura elettronica tra soggetti residenti e stabiliti in Italia; (ii) l’approvazione, a decorrere dal 1° febbraio, delle nuove specifiche tecniche; (iii) la proroga per le prestazioni sanitarie del divieto di emissione della fattura per le cure delle persone fisiche; (iv) l’esclusione di alcuni soggetti dall’obbligo, in caso di fruizione di incentivi pubblici, di indicare in fattura il Codice Unico di Progetto (Cup);
  •  l’apertura e chiusura delle partite Iva. La procedura, introdotta nel 2022, prevedeva una serie di adempimenti per chi chiedeva al fisco di aprire una partita Iva, tra cui la presentazione di una garanzia ovvero l’applicazione di una sanzione di 3.000 euro nel caso in cui il professionista non verificasse la correttezza dei dati in suo possesso. Ora vengono previste analoghe misure in caso di emissione, da parte dell’agenzia delle Entrate, della comunicazione relativa alla cessazione della partita Iva;
  • il tax free shopping. Per rilanciare il turismo in Italia viene previsto l’abbassamento a 70 euro (prima era 154,94) per consentire agli esercenti al dettaglio, in base all’articolo 38 quater del Dpr 633/72, di cedere beni senza applicazione dell’Iva; – l’acquisto di autoveicoli e motoveicoli e loro rimorchi da San Marino e Città del Vaticano. Per l’immatricolazione o la voltura di tali beni viene ora previsto l’obbligo del versamento dell’Iva con F24 ovvero la dimostrazione del pagamento dell’Iva in Italia.

Sicuramente non sono modifiche epocali e non sono ancora le attese regole della riforma fiscale, ma costituiscono pur sempre delle modifiche da non sottovalutare perché, in specifici settori e per la maggior parte dei contribuenti, hanno una valenza operativa di non poco conto.

Fonte: Il Sole 24ORE

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