Società di comodo, divieto di riporto del credito Iva contrario ai principi Ue
Per la Corte di Giustizia è incompatibile con il sistema unionale Iva la disciplina italiana prevista per le società cd. “di comodo”. In particolare, la presunzione relativa che qualifica come “non operativa” la società, il cui volume di operazioni effettuate a valle non raggiunge per tre periodi d’imposta consecutivi una soglia calcolata in ragione del rapporto fra l’ammontare dei ricavi e talune attività patrimoniali, finisce col negare indebitamente a chi svolge un’attività economica lo status di soggetto passivo Iva e il connesso diritto di detrazione dell’Iva sugli acquisti e si risolve in una deroga al principio di neutralità del tributo, che si rivela non proporzionata rispetto alla finalità di prevenire la frode e l’abuso del diritto di detrazione.