Cerca
Close this search box.

M&A, dietro la ripresa europea c’è anche la spinta dell’Italia

Nel primo semestre di quest’anno fusioni e aggregazioni per 439 miliardi (+31% sul 2023). Il nostro Paese guadagna la top ten grazie all’accordo tra Vodafone e Swisscom

Operazioni di M&A in forte ripresa in tutta Europa e anche l’Italia fornisce un contributo importante per un mercato destinato a crescere facendo segnare un’inversione di tendenza rispetto all’anno passato: è quanto emerge dall’European M&A Outlook 2025 realizzato da CMS, un’organizzazione integrata di studi legali che ha esaminato le iniziative registrate nel primo semestre 2024 analizzando le oltre 500 operazioni a cui ha contribuito insieme ai dati forniti da Mergermarket.

Nella prima parte di quest’anno il valore complessivo delle transazioni è cresciuto del 31% su base annua raggiungendo i 439 miliardi di euro a livello europeo, mentre nel nostro Paese il valore delle operazioni (+159% ) si è attestato a 31,1 miliardi avvicinandoci alla Francia (44,1 miliardi), Spagna (37,9 miliardi) e Germania (53,3 miliardi). Questo nonostante si sia assistito a un complessivo calo del numero delle singole attività (-8%), con una riduzione più contenuta in Italia (-4%). A contribuire al risultato domestico l’ acquisizione da parte di Swisscom di Vodafone Italia a febbraio per otto miliardi, un’operazione che si posiziona all’ottavo posto nella top ten europea del primo semestre. Ne rimane invece fuori, perché immediatamente dopo il lasso temporale considerato, la cessione a Kkr del 100% di NetCo con la rete di telefonia fissa di Tim per un valore di circa 22 miliardi di euro. «I risultati della ricerca delineano una tendenza, sia a livello europeo sia nazionale, che vede un mercato caratterizzato da un minor numero di operazioni, ma di più alto valore rispetto al passato – commenta Pietro Cavasola, managing partner di CMS in Italia e specializzato in operazioni di merger and acquisition – Deal quindi più importanti con un impatto maggiore sui diversi settori di riferimento. Una tendenza che, a nostro avviso, è destinata a modificarsi con il calo dei tassi d’interesse e dei livelli di inflazione».

Le operazioni più numerose nel nostro Paese riguardano l’energia affiancata dall’healthcare, ma anche la produzione industriale nei vari comparti tecnologici appare al centro degli interessi degli investitori. In generale, quello che emerge dall’analisi di CMS è che l’Italia – e non è una sorpresa – rappresenta un mercato fatto di società medie, molte di origine familiare che però attirano molto gli investitori stranieri: «Le multinazionali ma soprattutto realtà di medie dimensioni, per esempio tedesche, guardano alle nostre imprese con attenzione – continua Cavasola –. È un mercato fatto soprattutto da acquirenti stranieri e da venditori italiani. I numeri sono in leggero aumento con valori che, a parte alcune eccezioni, non sono grandissime operazioni. Insomma, è un mid market».

Nel prossimo anno il mercato è destinato a crescere a livello europeo e per quanto riguarda l’Italia a stabilizzarsi. E ci si attende, sull’onda dell’aumento del prezzo del petrolio, un maggiore attivismo da parte di acquirenti mediorientali che hanno annunciato operazioni nel continente per un totale di quasi 23,3 miliardi di dollari. Lo studio, infine, segnala alcuni sviluppi che riguardano gli attori del mondo M&A: molti professionisti stanno usando o sperimentando strumenti di intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza e l’accuratezza delle due diligence. Anche in Italia, poi, si stanno affermando due tendenze già diffuse all’estero. Una è la clausola di earn out, che serve a parametrare il prezzo pattuito, all’andamento di uno o due anni successivi. In tal modo sono mitigati i rischi per l’acquirente e per il venditore. «Un’altra tendenza – conclude Cavasola – è la copertura assicurativa dei rischi di potenziali passività, prassi nel mondo anglosassone molto diffusa, ma in Italia ancora poco frequente e spesso ispirata da compratori stranieri. La copertura assicurativa è a protezione di entrambe le parti e spesso semplifica la negoziazione del contratto e del prezzo dell’acquisizione».

Fonte: Il Sole 24ORE

Condividi questo articolo

Notizie correlate

Desideri maggiori informazioni su bandi, finanziamenti e incentivi per la tua attività?

Parla con un esperto LHEVO

business accelerator